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martedì 22 gennaio 2013

"Pomeriggio d’ottobre" di Miklós Radnóti

con un abbraccio...
Gustav Coubert, Gli amanti felici, 1845


Pomeriggio d’ottobre 

Fanni dorme accanto a me sotto la quercia,
da quando dorme tante ghiande sono cadute,
mi metto a litigare con ogni fronda innocua –
perché con un abbraccio ha chiesto di vegliarne il riposo.

Ma il sole mi strizza l’occhio attraverso il cespo della fronda,
e mi assediano i ronzii delle vespe arrabbiate.
La fronda risponde ghianda su ghianda,
ne cade una, poi subito un'altra, non riesce a stare sull’albero.

Fanni si desta, gli occhi azzurri insonnoliti,
le mani così belle, mani di immagini sacre, preoccupata
cerca di riconciliarmi con la fronda, mi accarezza la bocca
e tiene il dito ancora sui miei denti che mordono

per non farmi parlare. È così che si prepara il nuovo silenzio
e dal silenzio lassù sono sei giorni
che la pioggia sibila pioggia, lavando via le ghiande,
legandoci come un nastro nero al novembre.

- Miklós Radnóti 

(Traduzione di Edith Bruck)


Miklós Radnóti (Budapest, 5 maggio 1909 – Abda, 10 novembre 1944) è stato un poeta ungherese.
Studiò filosofia all'Università di Szeged. Ebreo, non poté esercitare la professione d'insegnante; fu perseguitato, rinchiuso in vari campi di concentramento in Ungheria e in Serbia e infine fucilato. 
Nei suoi vestiti, rintracciati in una fossa comune, fu trovato il suo ultimo taccuino di versi.
Lirico pregevole, scrisse anche un libro autobiografico e fu ottimo traduttore, specialmente di poeti francesi.

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