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venerdì 19 aprile 2013

"La terapia di Angela" microracconto di Rosanna Bazzano

Non sei sola...
Raquel Diaz, Triste



Angela c’era riuscita.
Da un’ora Agata parlava, parlava, parlava.
Dei suoi problemi con Carlo, di quelli con Mauro, di lei, di come stava.
Parlava e si torturava contemporaneamente, quasi che così espiasse anche la colpa di parlare male di chi amava.

“Si, perché lui …” e si mordeva le labbra facendo sbavare un po’ il gloss rosato.
“E poi lui …” e si tirava la manica dell’avvitatissima giacca di lana rosso ciliegia.
“Perché quando io …” ora toccava al colletto della camicia di seta grigia.
“E allora lui …” facendo come per sfilarsi una delle sue bellissime decolleté, anch'esse rosse.
“Infondo io …” così passando a pizzicarsi le belle gambe attraverso le calze.
“Si, ma lui … cazzo!” e sulla colorita esclamazione assestò un colpo di allungamento alla minigonna grigia.
E bla bla bla, le sue razionalissime ragioni, le sue raziocinanti sensazioni e le sue irrazionalissime scuse.
E le colpe, le colpe di tutti. E i conseguenti devastanti effetti.

Angela la guardava, interveniva al bisogno, la esortava nei proponimenti sani, la dissuadeva dalle sue surreali vendette, la incentivava ad agire a suo reale vantaggio.
Le lasciava qualche attimo per riflettere, poi piantava un nuovo chiodo nella testa stanca di Agata.
Un punto che finiva per mettere a segno con la consumata maestria che tanti anni di professione le avevano insegnato e con tutta l’umana sensibilità di cui era capace verso quella donna, bella e brillante, che non si era mai voluta bene.

Mentre l’ora volgeva al termine ad Angela  pareva di aver colto bene un punto nodale di tutto quello tsunami di parole.
Agata appariva agitata e stanca, irritata dal ricordo di ciò che raccontava con una grinta astiosa e amara.

Angela la fisso per qualche istante, Agata fece silenzio, entrambe si scambiarono, in quello sguardo, una scintilla d’anima, poi Angela allungò la sua mano sulla scrivania verso Agata e le disse con voce calma ma ferma:
“E’ dura e non sarà facile uscirne, te lo premetto. Ma ti aiuterò io. Non sei sola.”

Non sei sola, le disse, centrando il problema, e finalmente Agata cominciò a piangere sommessamente.

- Rosanna Bazzano

Il vero grande problema della società moderna, secondo me, è l'individualismo sempre più esasperato che rende tutti soli.


8 commenti:

  1. Semplice ed essenziale microracconto, che rappresenta una realtà umana con efficacia
    (Vanna)

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  2. Umanità desolata: tante gocce d'acqua con l'aspirazione di diventare mare, senza legarsi mai profondamente.

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  3. Umanità desolata: tante gocce d'acqua con l'aspirazione di diventare mare, senza legarsi mai profondamente.

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    1. Rapporti epidermici, Francesco, per non impegnarsi troppo...

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  4. Triste ma rispondente alla realta' odierna sempre piu' improntata all'egoismo e all'individualità che creano barriere difficili da varcare
    Patrizia

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    1. Ti ringrazio... È così. Pare che nella marea di amici alfine ci sia veramente poco di realmente amicale

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