non ha detto una parola, nemmeno io
foto dal web
Ha indossato la camicia, ha preso l'ombrello
non ha detto una parola
nemmeno io.
Dopo che se n'è andato
sono rimasta innanzi allo specchio
ho estratto la lingua
per vedere se erano rimaste impigliate delle parole.
Purtroppo ho visto solo muscoli e vene.
Ho ritirato la lingua
sono scoppiata a ridere
la risata non è una parola - poi ho infranto lo specchio.
Da quel momento
ho continuato a infrangere specchi
invano
cercandone uno
che non riflettesse
più, uno specchio
che infrangesse me.
-- A'isha Arna'ut
Si sceglie il silenzio quando il dolore di tacere è più sopportabile del dolore che ci provocherebbe il parlare.
Si sceglie il tacere, ed è sempre la paura a dettare la scelta; paura di litigare con il partner, paura dell'abbandono, paura della violenza (fisica, verbale o psicologica), ad ogni latitudine la propria diversa e sempre uguale paura.
"Quando si sceglie di tacere, si sceglie di morire a se stesse, di seppellire la voce e con essa il proprio sentire, il proprio essere; e ci si maledice, e ci si uccide, in ogni specchio." - Rosanna Bazzano
A’isha Arna’ut (1946), poetessa e autrice di racconti brevi. Ha studiato letteratura francese all’Università di Damasco. E’ autrice di programmi televisivi per l’infanzia presso la televisione di stato siriana
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