31 gennaio 2009
Non sanno cosa dicono,
né quando mi descrivono come una "tosta"
né quando mi descrivono come una snob,
continuano da soli a scavare un
fossato tra il mio essere e il loro
e da così distante saranno sicuri di
aver ragione,
perché non potranno più vedere né la
mia fragilità né la mia umanità.
Vi siete mai posti la domanda più difficile al mondo?
Vi siete mai chiesti chi siete?
Io me lo chiedo spesso e la risposta resta sempre
uguale: “Non so…”
Voglio dire che è uno sforzo immane conoscersi e
capirsi, perché, proprio quando credi di aver capito quasi tutto di te, ecco
che la vita ti sorprende, anzi sei tu stesso a sorprendere la vita e te, come
uno spauracchio saltato su da una scatola di legno.
So’ che mi vedo un po’ come un olivo, un olivo
saraceno visto che nasco in Sicilia.
Ecco, questa è a sommi capi l’idea che ho di me: un
albero che cresce in disparte in cima a una collina; le foglie un po’ pungenti,
il tronco che si torce, ma generoso dalla chioma, al frutto, al legno tenace.
Se dunque è così difficile capire se stessi, come si
può immaginare di capire gli altri, spiare magari dal buco della serratura dei
suoi versi, interpretarne la vita e gli umori, da poche parole, la cui
composizione è frutto d’innumerevoli fattori interni ed esterni.
Si crede di capire, si immagina, ma in fondo vediamo
solo la nostra immagine riflessa, inutile cercare il gossip sull’autore,
perché, anche se talvolta il significato sembra apparire così chiaro... ciò
che è troppo chiaro a volte abbaglia.
Il senso di una poesia è in ognuno di noi, è
esattamente quello che noi vorremmo avesse.
E’ però mia intenzione provare di tanto in tanto a
scrivervi lo spartito di questa melodia, ed alternarlo a piccoli racconti che
pure nascono dall’elaborazione della mia visione della vita, della mia fetta di
realtà.
Non scrivo per tanto scrivere, né per vanità, né
scrivo per vivere, e questo mi pare ovvio… piuttosto potrei dire che vivo
scrivendo.
Scrivere è il mio modo di comunicare con la vita, di
interagire col mondo, con gli stimoli che mi fornisce.
L’espressione esatta è “mi scappa di scrivere”.
L'Olivo Saraceno è il titolo del mio primo libro, un'autobiografia in versi e prosa, quasi una giustificazione al mio scrivere, al mio esistere nell'economia della storia del mondo.
Il volume è da tempo esaurito, ma di recente mi è stato chiesto di riscriverlo in vista di una nuova pubblicazione, non so se vorrò farlo, ma in tanto vi ne posto l'incipit leggermente riveduta, oggi, in occasione del mio compleanno.
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