Tu parlavi una lingua meravigliosa
I sassi della stazione sono di ruggine nera.
Sto sotto la pensilina dove sventola adagio una bandiera.
In un campo una donna si china su due agnelli appena nati.
Striscia al vento nudo sopra il fuoco, il fuoco violento dei prati.
Un uccello, isolato, raccoglie sopra un vagone abbandonato
il cielo grande d’ottobre e gli strappa il fianco bianco e gelato,
intorno, dopo la notte, ci sono tronchi sporchi di mosto
e mille macchine in fila, laggiù, in un deposito nascosto.
Apro il giornale e provo a leggere per nascondermi un poco
mentre lei parla ad un uomo ed io riconosco il suo suono un poco roco.
Chiudo il giornale, la guardo, lei è voltata e non mi vede,
i capelli sono biondi e sono tinti; dunque lei alla vita non cede.
Vuoi guardarmi? Occhio della mente, occhio della memoria!
Una donna è vecchia quando non ha più giovinezza!
E ascolto la marea del cuore perché siamo vicini.
L’ho ritrovata per caso ma non è più una ragazza.
Vorrei chiamarla e dirle: le volpi con le code incendiate
non parlano ma gridano pazze fra gli alberi per il dolore.
Sediamoci per terra oppure là sopra panchine imbiancate,
sediamoci sopra un letto di foglie secche ed ascoltiamo il nostro cuore.
Ci siamo scordati e perduti, ti ritrovo adesso all' improvviso
dentro una piccola stazione in un giorno grigio d’ottobre;
tu non mi guardi neppure, io solo ho l’inferno nel cuore
perché la vita è una goccia che scava la pietra del viso.
Ogni mattina, ogni sera io parto e ritorno da solo
come il ragazzo che ero non posso più bruciare in un volo.
Il treno arriva, si ferma; la mia ombra sale parte scompare.
Io ti vedo giovane ancora come in un sogno dileguare.
- Roberto Roversi
Roberto Roversi (Bologna, 28 gennaio 1923 – Bologna, 14 settembre 2012) è stato uno scrittore, poeta, giornalista e libraio italiano, in gioventù partigiano, dal 1948 al 2006 gestore della libreria Palmaverde di Bologna,[1] autore di versi che sono anche diventati testi di canzoni messe in musica ed eseguite da artisti come Lucio Dalla, Francesco De Gregori e gli Stadio; fu anche direttore del quotidiano comunista Lotta Continua.