Pagine

giovedì 30 aprile 2015

"Aprile e silenzio " di Tomas Tranströmer

soli a splendere sono dei fiori gialli
Bobbie Burger, Narcisi



Aprile e silenzio

La primavera giace deserta.

Scuro come il velluto il fossato

si snoda al mio fianco



senza immagini riflesse.



Soli a splendere

sono dei fiori gialli.


Mi porta la mia ombra,

come la sua nera custodia

un violino.


La sola cosa che voglio dire

brilla fuori dalla mia portata

come l’argento

sul banco dei pegni.


- Tomas Tranströmer


Il poeta ci porge tutta la malinconia della primavera che splende a dispetto  delle ombre che avvolgono un animo tormentato.
L'impossibilità di dire ciò che si vorrebbe acuisce il senso di impotenza, e per converso anche il valore stesso di ciò che si  tiene per sé.




Tomas Tranströmer (Stoccolma, 15 aprile 1931 – Stoccolma, 26 marzo 2015) è stato uno scrittore, poeta e traduttore svedese, molto conosciuto e apprezzato in patria, vincitore del Nordic Council's Literature Prize nel 1990, dello Struga Poetry Evenings (del quale sono stati insigniti poeti del calibro del cileno Pablo Neruda e degli italiani Edoardo Sanguineti e Eugenio Montale) e del Neustadt International Prize for Literature nel 1990. Nel 2011 è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: "perché attraverso le sue immagini condensate e traslucide, ci ha dato nuovo accesso alla realtà".




Bobbie Burgers è nata nel 1973 a Vancouver, BC

Ha conseguito una laurea in Storia dell'Arte nel 1996 presso l'Università di Victoria. Ha studiato in Aix-en-Provence, Francia e torna spesso a riconquistare la vita, la luce e lo spirito della Provenza che impregna nella sua pittura.

martedì 28 aprile 2015

ConVersi diVersi - Eros





... e non mi puoi comprare

...e non mi puoi comprare
per meno dell'amore. 
Il tuo cuore è la moneta, 
il prezzo perché tu fissi 
le tue alture nei miei abissi. 

- Rosanna Bazzano







Appuntamento oggi pomeriggio da 
Intra Moenia Caffè Letterario, in piazza Bellini a Napoli, alle 18.00
per parlare di EROS.

Che il sesso sia fine al piacere stesso, o il mezzo per esprimere l'amore, esso rappresenta un bisogno primario comune a tutti gli uomini.
C'è chi lo esalta ed esaspera, chi non lo disgiunge dal sentimento amoroso, chi ne è talmente ossessionato da aborrirlo, ma tutti, indistintamente, ci misuriamo con quest'emozione dirompente.
Vi aspettiamo per Versarvi EROS  attraverso le parole che abbiamo dedicato ad esso.

"Corpo e cuore hanno la stessa iniziale, sarà per questo che non li ho mai distinti." Rosanna Bazzano




domenica 26 aprile 2015

" 'O periculo" di Ferdinando Russo

Oj piccerelle che facit'ammore
Alfons Mucha, Le stagioni

'O periculo



Oj piccerelle che facit' ammore,
nun v’avantate che ll’ammore è bello!
Nu verme ce po’ stà dint’a ogne sciore,
ogne sacca annasconne nu curtiello.

Ogne uocchio po’ tenè na ciglia ‘nfosa,
ognuno sape che annasconne ‘a rosa,
è bello ‘o vverde ‘e ll’evera cicuta…
Felicità è parola scanusciuta !!

Oj piccerelle che ‘ammore facite,
nun c’è cavallo senza cavaliero,
nun ce sta vino che nun va âcito,
nun c’è lucanna senza passeggiero !

Nun c’è rusario senza na curona,
fidarse troppo nun è cosa bbona;
nun ce sta mare senz’acqua salata..
Felicità : na stroppola ammentata !!


- Ferdinando Russo

*

Traduzione:

Belle ragazze che fate l'amore
non vi vantate che l'amore è bello
un verme si nasconde in ogni fiore
ed ogni tasca può avere un coltello

L'occhio può avere ciglia lacrimose
e tutti sanno cos'hanno le rose
il verde bello  può essere cicuta
felicità: parola sconosciuta.

Ragazze belle che  fate l'amore
non c'è cavallo senza cavaliere,
in aceto si cambia ogni liquore,
ogni locanda c'ha il suo locandiere.

Non c'è rosario senza una corona
fidarsi troppo non è cosa buona;
e non c'è mare senz'acqua salata,
felicità: una bugia inventata!!

Traduzione adattata di Rosanna Bazzano


A volte la felicità sembra davvero esprimere uno stato d'animo più astratto che percepibile realmente.
Chi lo misura per picchi, dice sia fatto di attimi, chi lo misura come onda dice sia un periodo positivo.
Non sarò io a svelare l'arcano, non potrei...
"Siamo come libri, e racchiudiamo le nostre storie. Il mio si intitola "Sempre a un centimetro dalla felicità". "  - Rosanna Bazzano 



Ferdinando Russo (Napoli, 25 novembre 1866 – Napoli, 30 gennaio 1927) è stato un poeta e autore di canzoni napoletane e in italiano.
(La bio di wikipedia, in questo caso, dice veramente nulla. Prometto di stilare una bio che renda meglio l'idea del grandissimo poeta che è stato  don Ferdinado.)









Alfons Maria Mucha (Ivančice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939) è stato un pittore e scultore ceco. Il suo nome viene spesso francesizzato comeAlphonse Mucha. È stato uno dei più importanti artisti dell'Art Nouveau.








mercoledì 22 aprile 2015

"Ti dirò un gran segreto" di Louis Aragon

il tempo è donna, ha bisogno di essere corteggiato
foto: Norvhic Fernandez Austria aka Xetobyte



Ti dirò un gran segreto

Ti dirò un gran segreto 
Tu sei il tempo
Il tempo è donna 
ha bisogno d’esser corteggiato 
ha bisogno che ci si segga ai suoi piedi 
il tempo come una veste da sciogliere
il tempo come una chioma senza fine
pettinata
uno specchio che il respiro appanna e spanna.
Il tempo sei tu che dormi nell’alba in cui mi sveglio
sei tu come un coltello che trafigga la mia gola
Oh, non posso dire questo tormento del tempo che non passa
questo tormento del tempo imprigionato 
come il sangue nelle vene azzurre
Ben peggiore del desiderio interminabilmente insoddisfatto
di questa sete dell’occhio quando cammini nella stanza
e io capisco che non si deve rompere l’incantesimo
ben peggiore del sentirti estranea
sfuggente
la testa altrove e il cuore già in un altro secolo.
Mio Dio come pesano le parole 
è proprio questo il punto
Amore mio oltre il piacere 
amore mio fuori di portata oggi fuori tiro
Tu che batti alla mia tempia orologio
se tu non respiri sono io che soffoco
e sulla mia carne esita e si posa il tuo passo.

Ti dirò un gran segreto 
Ogni parola sulle mie labbra è una mendica che chiude
una miseria per le tue mani 
una cosa che s’oscura sotto il tuo sguardo
ed è per questo io dico così spesso che ti amo.
Colpa di un cristallo troppo chiaro 
di una frase che porteresti al collo.
Non t’offendere per le mie parole banali. 
È l’acqua pura che fa questo brusio spiacevole sul fuoco.

Ti dirò un gran segreto 
Io non so parlare del tempo che ti somiglia
non so parlare di te fingo soltanto
come quelli che da molto tempo 
sul marciapiede d’una stazione
agitano la mano dopo che i treni sono partiti
e il polso cede sotto il peso nuovo delle lacrime

Ti dirò un gran segreto 
ho paura di te
paura di quel che t’accompagna la sera verso le finestre
dei gesti che fai delle parole che non si dicono
ho paura del tempo rapido e lento 
ho paura di te.

Ti dirò un gran segreto 
chiudi le porte
è più facile morire che amare
per questo cerco di vivere
amor mio.

- Louis Aragon


Mi sono innamorata di queste parole a prima vista, di quest'uomo ipotetico che sperimenta la paura di non essere abbastanza per la donna che ama, del suo modo semplice di amare, che è tenero come un bambino ma grande come un uomo vero, perché bisogna essere uomini veri per farsi piccoli, per distinguere il vero dal falso, il giusto dall'ingiusto, saper calibrare le reazioni, saper riconoscere i propri errori e chiederne scusa, dare il giusto peso alle parole e alle azioni, avere coscienza della brevità della vita, avere coscienza della futilità dell'astio, avere coscienza della caducità della propria grandezza, dare valore alle cose belle che la vita ha generosamente donato... 
Come non innamorarsene?

"L'uomo deve elaborare per ogni conflitto umano un metodo che rifiuti la vendetta, l'aggressione e la rappresaglia. Il fondamento d'un tale metodo è l'amore". Martin Luther King.


Louis Aragon (Parigi, 3 ottobre 1897 – Parigi, 24 dicembre 1982) è stato un poeta e scrittore francese, sostenitore del Partito comunista francese e membro dell'Académie Goncourt.







Norvhic Fernandez Austria aka xetobyte è un  23 enne artista digitale autodidatta che vive a Antipolo, Filippine.


domenica 19 aprile 2015

"Amice , si ve dice" di Salvatore Di Giacomo


Amice, si ve dice ca è stata colpa mia,
ve dice ‘na bucia: nun ‘o credite.
Giovanni Boldini, Il conte di Montesquiou 


Amice, si ve dice 

Amice, si ve dice
ca è stata colpa mia,
ve dice ‘na bucia:
nun ‘a credite .

Si fa vedè ca chiagne,
ca strilla o, se dispera,
‘sta ‘nziria nun è overa :
è finta, è finta .

So’ nierve ? Embè, ‘sti nierve
Ll’ hanna passà, mmalora !
‘E nierve ogne mez’ ora ? !
Essì ! Tu vide !...

Basta , si vo’ fa pace…
Che v’ aggia di’ ? … Va bene…
Spiàtele a c’ora vene,
i’ ccà ll’aspetto .



- Salvatore Di Giacomo


Chi dice che le donne siano capricciose non ha conosciuto certi uomini! Per questo, quando mi sono imbattuta in questi versi (postati oggi, 2o aprile, su fb dall'amico Gennaro Sansone), ho riso di gusto e non ho potuto trattenermi dal proporveli.

Il protagonista della poesia è un uomo innamorato di una donna arrogante, sul cui amore non si potrebbe certo giurare, ciò nonostante è disposto a perdonarla, non perché è un fesso, ma perché ama. 
La situazione inversa è tutt'altro che infrequente, cioè che sia la donna a subire bizze e ingiurie, come non è infrequente, che si ami di più chi ci ama di meno.

"Il mite non sarà mai solo, il suo sguardo incanta gli uomini, il suo cuore dorme sicuro nella mano della Vita." 
                                                                                                       Rosanna Bazzano



Salvatore Di Giacomo (Napoli, 13 marzo 1860 – Napoli, 4 aprile 1934) è stato un poeta, drammaturgo e saggista italiano. Fu autore di molte notissime poesie in lingua napoletana (molte delle quali poi musicate) che costituiscono una parte importante della cultura popolare partenopea. È molto apprezzato come novelliere nero.
Insieme ad Ernesto Murolo, Libero Bovio e E. A. Mario è stato un artefice della cosiddetta epoca d'oro della canzone napoletana.






Giovanni Boldini (Ferrara, 31 dicembre 1842 – Parigi, 11 gennaio 1931) è stato un pittore italiano.

« Per quanto superficiale e pieno di lenocini divenisse il suo lavoro, Boldini fu capace di trasmettere nello spettatore la gioia ispiratagli dalle assurdità che ritraeva. Anche il più insopportabile dei suoi ritratti rivela un immenso divertimento. »
(Cecil Beaton, The Glass of Fashion, 1955)

venerdì 17 aprile 2015

"Se proprio devi farlo" di Rosanna Bazzano

meglio vederti andare in un giorno di sole...


Se proprio devi farlo

Se proprio devi farlo
fallo con un sorriso
perché sia meno amaro
guardare tutto il mondo
accartocciarsi e uscire
via dai miei occhi scuri.

Meglio vederti andare
in un giorno di sole
la tua figura chiara
svanire come luce
confusa all’ esplosione
dell' universo intorno.

- Rosanna Bazzano



Una vecchia cosa ritrovata per caso, questi pensieri legati alla più primordiale delle paure: la morte.

La perdita di chi amiamo come la fine del nostro mondo, di tutto ciò che ci è noto e caro, anche se coloro che amiamo continuano a vivere dentro di noi.





domenica 12 aprile 2015

"Lacreme" di Ferdinando Russo

Che ne sapite i’ 'ncuorpo che nce tengo ?!
Francine Van Hove, Dos


Lacreme

Na lucanna stu core è addeventato,
ogne mumento arriva nu penziero..
Se mpizza e zitto. E, quanno s’è mpezzato
nun n’esce cchiù…Se conta e nun se crere !

Quaccheduno m’avesse sullevato !
Songo 'e una pasta chisti passeggiere !
Ognuno 'e lloro, appena sistimato,
me mette 'ncroce ca è nu piacere !

‘O primmo doce doce murmulèa :
« Essa nun te vo’ bbene !» E, pe tramente,
chisto fa cchesto..n’ato tuzzulèa..

Trase e me dice : « Sempe suffrarraje !»
Ma pecchè, ma pecchè tanta turmiente ?
Nun putarraggio i’ accujetarme maje ?!

Nu penziero me dice : « S’è scurdata !»
N’ato penziero me dice ca no…
Se fanno tutt’ ’e dduje n’appiccecata..
e i’ nun me pozzo accujetà pe mmo..

'A palummella mia se nn’è vulata..
so’ dduje mise e fattura nun ce po’..
Mala sciorta ha dda 'a avè chi m’ha luvata!
Sento stu core mio che accussì vvo’ !

Che ne sapite i’ 'ncuorpo che nce tengo ?!
Avite visto na lacrema…maje ?
No ! Nnanze â ggente 'ngotto e me mantengo.

Che brutta cos’è a chiagnere n’ammore
quanno uno proprio lle vvo’ bbene assaje !
Che malatia, po, ve rummane ‘ncore… !!


- Ferdinando Russo


Traduzione:

Un albergo il mio cuore è diventato
ogni momento mi arriva un pensiero
arriva e dopo che si è sistemato
non esce più... A dirlo non si crede!

Qualcuno di questi ha mai aiutato!
Son tutti uguali questi passeggeri!
Ognuno d'essi, appena sistemato
mi mette in croce con tanto piacere!

Il primo dolce dolce a mormorare
« Lei non ti vuole bene !» e nel frattempo
un altro arriva presto... a insinuare...

Entra e mi dice « Sempre soffrirai !»
Ma perché, perché tanti patimenti?
Così non potrò mai acquietarmi, mai!

Un pensiero mi dice: « S’è scordata !»
Un altro lesto mi dice di no...
Si fanno tutt' e due una litigata
ed io non riesco ad acquietarmi un po'

La palombella mia se n'è volata...
due mesi, è solo la magia che può...
Sfortuna nera a chi me l'ha levata!
Peggiore augurio il mio cuore non può!

Che ne sapete cosa serbo in cuore?
Avete visto lacrime mie... mai?
Davanti agli altri taccio il mio rancore

Che brutta cosa piangere d'amore
quando uno proprio vuole bene assai!
Che malattia poi vi rimane in cuore...!!

Traduzione di Rosanna Bazzano


Ma quanto si scrive sulla sofferenza amorosa!
Sebbene i poeti classici siano stati per lo più uomini, e a noi arrivino solo le loro versioni delle cose, quasi che le napoletane fossero state una masnada di megere, sono sicura che questa poesia può agevolmente adattarsi ad essere immaginata da una donna verso un uomo... 

"L'amore che non si dimostra genera dubbi, e i dubbi dolore." Rosanna Bazzano

e aggiungerei, in napoletano

"A chi me vase nzuonno nun pozzo vasà 'e mmane"
Rosanna Bazzano

( Spiegazione dell'aforisma per i non napoletanofoni: 
Riprendendo il terribile modo di dire "'E figlie se vasano 'nzuonno" cioè: l'affetto bisogna dimostrarlo quando l'oggetto d'amore non se ne può accorgere, io commento che a chi non dimostra affetto non si può né volere bene né essere grato, perché appunto non si conosce l'altrui sentimento e perché questi ci nega la gioia che deriverebbe dal sentirsi amati.)

sabato 11 aprile 2015

"La costruzione di un amore"

la costruzione di un amore spezza le vene delle mani
 Daniela Rebecchi, La costruzione di un amore

La costruzione di un amore

La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

La costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un'altare di sabbia
in riva al mare

La costruzione del mio amore
mi piace guardarla salire
come un grattacielo di cento piani
o come un girasole

Ed io ci metto l'esperienza
come su un albero di Natale
come un regalo ad una sposa
un qualcosa che sta lí
e che non fa male

E ad ogni piano c'è un sorriso
per ogni inverno da passare
ad ogni piano un Paradiso
da consumare

Dietro una porta un po' d'amore
per quando non ci sarà tempo di fare l'amore
per quando vorrai buttare via
la mia sola fotografia

E intanto guardo questo amore
che si fa piú vicino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

E sono qui
e mi meraviglia
tanto da mordermi le braccia,
ma no, son proprio io
lo specchio ha la mia faccia

Sono io che guardo questo amore
che si fa più vicino al cielo
come se dopo l'orizzonte
ci fosse ancora cielo

E tutto ció mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso

E la fortuna di un amore
come lo so che può cambiare
dopo si dice l'ho fatto per fare
ma era per non morire

Si dice che bello tornare alla vita
che mi era sembrata finita
che bello tornare a vedere
e quel che è peggio è che è tutto vero
perché

La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

La costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un'altare di sabbia
in riva al mare

E intanto guardo questo amore
che si fa piú vicino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

E sono qui
e mi meraviglia
tanto da mordermi le braccia,
ma no, son proprio io
lo specchio ha la mia faccia

Sono io che guardo questo amore
che si fa grande come il cielo
come se dopo l'orizzonte
ci fosse ancora cielo

E tutto ció mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso

Sì.

- Ivano Fossati




Quanta fatica per costruire un amore, per renderlo solido, per renderlo una casa in cui risiedere al sicuro.
Una costruzione tanto fragile quanto faticosa, da costruire a quattro mani, è in questo vicendevole sostegno il segreto della sua solidità, perché

"L'unico di cui fidarti è chi lavora con te allo stesso progetto, perché sarà felice di guardare con te l'opera finita"       Rosanna Bazzano






Ivano Alberto Fossati (Genova, 21 settembre 1951) è un polistrumentista, cantautore e compositore italiano.



Non chiedetevi se Fossati sia tra i miei cantautori preferiti… è superfluo…

mercoledì 8 aprile 2015

"La notte non è mai completa" di Paul Éluard



c'è sempre, in fondo al dolore, una finestra aperta
foto dal web


La notte non è mai completa

La notte non è mai completa.
C'è sempre, perché lo dico,
perché l'affermo io,
in fondo al dolore
una finestra aperta,
una finestra illuminata,
c'è sempre un sogno che veglia,
desiderio da appagare, fame da soddisfare,
un cuore generoso,
una mano tesa, una mano aperta,
degli occhi attenti,
una vita, la vita da dividersi.

- Paul Éluard


Un invito a non disperare, a conservare una luce interiore anche nei momenti più bui, a confidare nella presenza certa di qualcuno, magari ancora ignoto, che sia pronto a dividere con noi il dolore, a costruire insieme la felicità... 

"La costruzione di un amore spezza le vene delle mani, mescola il sangue col sudore, se ce ne rimane..."  Ivano Fossati




Paul Éluard, pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel (Saint-Denis, 14 dicembre 1895 – Charenton-le-Pont, 24 settembre1952), è stato un poeta francese, tra i maggiori esponenti del movimento surrealista.






domenica 5 aprile 2015

"Oje Pasca, Pasca..." di Eduardo De Filippo



ascevano p''o struscio e p''e vvetrine
Pierre Auguste Renoir, Danse au Bougival



Oje Pasca Pasca… 


Oje Pasca Pasca… sí venuta nzista!

Cu chistu friddo te sí presentata:
sta 'e buonumore sulo  ’o farmacista,
ricca tavula tène apparecchiata.

Pasca  ’e na vòta, ch’ ’e puteche a festa…
cchiù d’ 'a gente strillaveno  ’e caprette!
Folla p’ ’e strade e sole p’ ’e ffeneste:
a Pasca ce ngignavamo  ’e pagliette.

Cu na rot’ ’e cannone e cu na palla,
na trummett’ a tracolla e nu tammuro,
c’ ’a mantella menata ncopp’ ’a spalla,
io me ricordo  ’e Garibalde  ’e burro…
’A tromba se squagliava p’ ’o calore
e  ’a barba  ’e Garibalde si strujeva.
Si t’ ’o guardave pè nu pare d’ore,
vidive  ’o generale ca chiagneva…

Schiuppate’ ’e viole, addor’ ’e primmavera,
sole p’ ’e ccase e sole p’ ’e balcune.
Pareva juorno e s’era fatto sera…
Ascèvano  ’e ffamiglie ch’ ’e guagliune,
ascèvano p’ ’o struscio e p’ ’e vetrine:
a Tuleto restavano ncantate!
’A sera, tutte chille magazzine,
c’ ’a luc’ ’e tanno erano brillantate.

Se sàpe,  ’o munno cagna, e song’ ’o primmo
a dí  ca chistu munno adda cagnà…
ma  ’o mes’ Aprile è Pasca, e nuie sapimmo
ca  ’o sole, quanno è Pasca, ce adda stà!

- Eduardo De Filippo


Trad.

Pasqua, Pasqua, sei arrivata dispettosa
con questo freddo ti sei presentata?
Sta di buon uomore solo il farmacista
e una ricca tavola tiene apparecchiata.

Pasqua di un tempo con le botteghe in festa, 
quando più della gente strillavano le caprette.
Gente per la strada e sole alle finestre,
a Pasqua indossavamo le pagliette.

Con una ruota di cannone ed una palla
una trombetta a tracolla ed un tamburo
con la mantella pendente ad una spalla
io mi ricordo i Garibaldi di burro...
La tromba si scioglieva dal gran caldo
e la barba di Garibaldi si sgranava.
Se lo guardavi per un paio d'ore
vedevi il generale che piangeva...

Sbocciate le viole, odore di primavera, 
sole per le case e per i balconi
sembrava giorno e si era fatto sera...
Uscivano le famiglie con i ragazzi
uscivano per lo struscio e per le vetrine
e a Toledo restavano incantati!
La sera tutti quei negozi
con le luci di allora erano imbrillantati.

Si sa che il mondo cambia, e sono il primo 
a dire che questo mondo deve cambiare...
ma ad Aprile è Pasqua e noi sappiamo
che il sole a Pasqua qui ci deve stare!

- traduzione Rosanna Bazzano



Oggi è Pasqua, per molti vuol dire tanto e per molti niente.
Io quest'anno, dopo tanto, prego, chiedo a questo Dio che risorge di farmi persona nuova con Lui.
Il mondo ha bisogno di uomini con gli occhi chiari e con le mani aperte, io ho bisogno di uomini e donne così,
di chi ama il prossimo come se stesso, 
di chi sa ascoltare, di chi sa chiedere scusa, di chi sa confortare.
Vi auguro di sentire nel cuore ciò che io sento. Buona Resurrezione.
                                                                                                          - Rosanna Bazzano






Eduardo De Filippo, noto semplicemente come Eduardo (Napoli, 24 maggio 1900 – Roma, 31 ottobre 1984), è stato un drammaturgo, attore,regista, poeta e senatore a vita italiano.

Fra i massimi esponenti della cultura italiana del Novecento, è stato autore di numerosi drammi teatrali da lui stesso messi in scena e interpretati e, in seguito, tradotti e rappresentati da altri anche all'estero. Per i suoi meriti artistici e i contributi alla cultura, fu nominato Senatore a vita dall'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini.





Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919) è stato un pittore francese, tra i massimi esponenti dell'Impressionismo.