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domenica 30 giugno 2013

"Che me manca!" di Antonio De Curtis (Totò)

Crediteme, ca io ve so' sincera…
Induno (forse Gerolamo Induino), Giovane popolana


Che me manca!

I' tengo 'e llire, nun me manca niente,
me pozzo accattà chello ca me piace:
na statua d'oro, nu vapore argiento...
palazze, ville... case in quantità.

- Chi è cchiù felice 'e te?! - mme dice 'a ggente.
- Si ricco, si guaglione... che te manca? -
E chest' è overo, nun me manca niente.
Sulo na cosa mme vurria accattà...

Nu core... tutto core 'e tennerezza
ca me vulesse na muntagna 'e bbene...
ca me sbattesse 'mmano p' 'a priezza,
cuntento pe mme dà 'a felicità.

Dipende a me; nun voglio aspettà ancora.
Tuzzuliaje a porta 'e na figliola:
- Che t'aggia dà pe m'accattà stu core?
Qualunque prezzo, dì, che t'aggia dà? -

Me rispunnette cu bella maniera:
- '0 core nun se venne... se riala...
crediteme, ca io ve sò sincera...
cu 'e llire 'o core nun se pò accattà!

- Antonio De Curtis (Totò)

Totò, nome d'arte di Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio De Curtis Gagliardi, più semplicemente Antonio De Curtis (Napoli,15 febbraio 1898Roma, 15 aprile 1967), è stato un attore, commediografo, paroliere, poeta e sceneggiatore italiano. Soprannominato "il principe della risata", è considerato uno dei più grandi interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano[2].


sabato 29 giugno 2013

"Amando l'amore" di Akiko Yosano

amando l'amore…
Katsushika Hokusai, Shunga 11



Senza parlar del come,
senza pensare al poi,
senza chiederci fama o nome,
qui, amando l'amore,
tu e io ci guardiamo.

- Akiko Yosano 





Akiko Yosano (与謝野 晶子 , Yosano Akiko; 7 dicembre 1878 – 29 maggio 1942) è stata una poetessa giapponese.

Il suo vero nome era Shiyo Yosano.

Nacque nella città di Sakai, prefettura di Osaka, e fin dai tempi della scuola superiore scrisse per la rivista di poesia Myōjō. L'editore della rivista, Tekkan Yosano, la iniziò all'arte della poesia tanka, e divenne in seguito suo marito.

La sua opera più importante fu la raccolta Midaregami, pubblicata nel 1901 e contenente 400 poesie.
Morì a causa di un infarto nel 1942.



Katsushika Hokusai (葛飾北斎; Edo, 23 settembre 1760 – Edo, 10 maggio 1849) è stato un pittore e incisore giapponese, realizzatore di Ukiyo-e


I suoi lavori furono un'importante fonte di ispirazione per molti impressionisti europei come Claude Monet e postimpressionisti come Vincent Van Gogh.


mercoledì 26 giugno 2013

"San Severo" di Mario Campanino

il bene d'arte va da parte


San Severo

Povero cristo
figlio di Sanmartino
nella città sporca
che rantola in declino
dove il pensiero
e ogni arte delle mani
diventano immondizia
negli oblii napoletani

.

Il bene d’arte
va da parte

:

alla borsa napoletana
vale meno di una puttana

.

Figlio di dio
figlio dell’uomo

,

padre preveggente
l’artista ti ha steso
prima di ogni altro bene
sotto un velo pietoso.

- Mario Campanino



Mario Campanino è nato a Milano il 9 dicembre 1967 da famiglia di origine napoletana e si è trasferito a Napoli all’età di dodici anniHa svolto attività giornalistica ed è giornalista pubblicista. 
Nel 1993 si è laureato al DAMS di Bologna in Discipline della musica. 
Nel 1997 si è diplomato in Musica corale e direzione di coro presso il Conservatorio di Musica “D. Cimarosa” di Avellino.
Attualmente vive a Santa Maria a Vico, nella provincia di Caserta, dove dirige dal 1996 il coro “Vicus Novanensis”, e lavora dal 1998 per la Fondazione Idis-Città della Scienza di Napoli, presso la quale è responsabile dei progetti di innovazione didattica e comunicazione scientifica.


Nota: La poesia è tratta da una raccolta edita di Mario Campanino dal titolo "Napoletani". Va da se che non generalizza sul malcostume di tutti i napoletani ma punta il dito sulla indifferenza di molti (moltissimi) di essi alla bellezza della città e alla sua tutela necessaria e auspicabile. Mettere il dito nella piaga non vuol dire denigrare l'ammalato, ma scoprirne la ferita perché possa essere curata...

martedì 25 giugno 2013

"Perché ci si innamora?" di Simone de Beauvoir


Perché ci si innamora?
Pierre Auguste Renoir, Innamorati


Perché ci si innamora?

Perché ci s’innamora?
Nulla di più complesso: perché è inverno, perché è estate;
per eccesso di lavoro o per troppo tempo libero;
per debolezza, per forza, per bisogno di sicurezza, per amore del pericolo; per disperazione, per speranza;
perché qualcuno non ti ama, perché qualcuno ti ama.

- Simone de Beauvoir

Simone-Lucie-Ernestine-Marie Bertrand de Beauvoir, o più semplicemente Simone de Beauvoir (Parigi9 gennaio 1908 – Parigi14 aprile1986), è stata un'insegnantescrittricesaggistafilosofa e femminista francese.

sabato 22 giugno 2013

"La donna in rosso" di Anne Sexton

metterò qualcosa di rosso per risplendere di fuoco
Vladimir Golegov, Sulla spiaggia




Dominerò le notti,
ballerò in città,
metterò qualcosa di rosso
per risplendere di fuoco.
Guarderò il fiume attentamente,
indossando le sue lunghe gambe al neon.
E le macchine andranno,
la donna in rosso cesserà di urlare,
tramutando ogni cosa in cerchi,
ballando sola
come le macchine vanno.

- Anne Sexton




Anne Sexton (Newton, 9 novembre 1928 – Weston, 4 ottobre 1974) è stata una scrittrice e poetessa statunitense.



venerdì 21 giugno 2013

"Germogli di desiderio" di Giuseppe Uungaretti


ci vendemmia il sole...


Nel molle giro di un sorriso
ci sentiamo legare da un turbine
di germogli di desiderio

Ci vendemmia il sole

Chiudiamo gli occhi
per vedere nuotare in un lago
infinite promesse

Ci rinveniamo a marcare la terra
con questo corpo
che ora troppo ci pesa

- Giuseppe Ungaretti


Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è stato un poeta e scrittore italiano.

giovedì 20 giugno 2013

"Paragonarti" di Henrik Nordbrandt

sei come vedere tutte le più belle attrici di questo secolo
ma nella realtà tornarsene a casa da solo



Con la natura, quella robetta da poco
non voglio paragonarti,
ma piuttosto col declino dell’Impero Romano
un lusso grandioso come fare il bagno tutto il giorno
come vomitare in un secchio d’oro
dopo aver mangiato troppe ostriche
e come scaldare la casa bruciando banconote
e andarsi ad ammarare con una Porsche rossa
su una strada costiera con le palme.
Tu sei come vedere tutte le più belle
attrici di questo secolo
in un solo lungo film, ma nella realtà,
e poi tornarsene a casa da solo
alla stufetta a gas e a una cena in scatola.
E’ un grande lusso lasciarti e andarmene da solo
un’abbondanza di materie preziose
una carovana di seta che va per la sua strada
e tutta l’esotica pellicceria
che c’è per gli eschimesi.
Mi piacerebbe toglierti ogni tipo
di vestiti, tutte le mutevoli mode
dalla gonna di rafia al manto da mandarino
per non dimenticare l’armatura di Jeanne d’Arc
facendo di te il personaggio più nudo della storia.
Ma peraltro devo astenermi
dal confonderti con la storia
che, lo so, ti annoia
e in confronto a te è anche una robetta da poco.

- Henrik Nordbrandt


Nordbrandt ⟨nòrdℎbrant⟩, Henrik. - Poeta danese (n. Copenaghen 1945). La sua lirica, raffinata ed elitaria, trae ispirazione dall'Oriente mediterraneo, dove N. ha soggiornato a lungo, per intonare, con infinite variazioni, il compianto di un passato splendore, o per esprimere il pulsare della passione erotica nell'intensità dei suoni, colori, profumi. 
Tra le sue raccolte, in cui sono sempre più avvertibili gli echi di poeti e mistici orientali (῾Omar Khayyām, Rūmī), si ricordano, accanto al volume d'esordio Digte ("Poesie", 1966); Syvsoverne ("I sette dormienti", 1969); Istid ("Epoca glaciale", 1977).


mercoledì 19 giugno 2013

"Io ero ciò che tu toccavi" di Iosif Brodskij

io ero solo ciò che tu toccavi...



Io ero solamente ciò
che tu toccavi, quello
su cui - notte fonda, corvina -
la fronte reclinavi tu.

Io ero solamente ciò
che tu là in basso distinguevi:
sembiante vago, prima, e poi
molto più tardi, tratti.

Sei tu ardente, che
sussurrando hai creato
la conchiglia dell'udito
a destra, a manca, là, qui.

Tu che nell'umida cavità,
tirando quella tenda,
hai messo voce, perché
potesse te chiamare.

Cieco ero, nulla più.
Tu, sorgendo, celandoti,
hai dato a me la facoltà
di vedere. Si lasciano scie

così, e si creano così
mondi. Spesso, creati,
si lasciano ruotare così,
elargendo regali.

E, gettata così,
in caldo, in freddo, in ombra, in luce,
persa nell'universo,
ruota la sfera e va.

- Iosif Brodskij

Josif Aleksandrovič Brodskij, (Leningrado,24 maggio 1940 – New York, 28 gennaio 1996), è stato un poeta russo naturalizzato statunitense.


lunedì 17 giugno 2013

"Tre secondi" di Wislawa Szymborska




Passa un secondo.
Un altro secondo.
Un terzo secondo.
Tre secondi, però, solo nostri.

Wislawa Szymborska




Il mio pc da ancora i numeri, e il nuovo non è ancora arrivato... Prego pazientare... Un sorriso, Rosanna

sabato 15 giugno 2013

"Forse invecchio" di Sandro Penna

uomini siamo, più stanchi che vili...
Federico Zandomenichi, Letto



Forse invecchio

Forse invecchio, se ho fatto un lungo viaggio
sempre seduto, se nulla ho veduto
fuor che la pioggia, se uno stanco raggio
di vita silenziosa... (gli operai
pigliavano e lasciavano il mio treno,
portavano da un borgo a un dolce lago
il loro sonno coi loro utensili).
Quando giunsi nel letto anch’io gridai:
uomini siamo, più stanchi che vili.

- Sandro Penna


Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977) è stato un poeta italiano.

Federico Zandomeneghi (Venezia, 2 giugno 1841 – Parigi, 31 dicembre 1917) è stato un pittore impressionista italiano.

venerdì 14 giugno 2013

"Viandante, non è la via" di Antonio Machado

non ci sono vie, solamente scie sul mare...
Edward Hopper, Rooms by the sea



Viandante, non è la via

Viandante, non è la via
che le tue orme, nient'altro;
viandante, non ci son vie
la via si fa camminando.
La fai tu mentre cammini,
e se volgi indietro l'occhio
vedrai il sentiero che non
ritornerai più a calcare.
Viandante, non ci son vie,
solamente scie sul mare.

- Antonio Machado
Traduzione di Francesco Tentori Montalto


Antonio Machado, il cui nome completo è Antonio Cipriano José María y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz (Siviglia, 26 luglio 1875 – Collioure, 22 febbraio 1939), è stato un poeta e scrittore spagnolo, tra i maggiori di tutti i tempi appartenente alla cosiddetta generazione del '98.

mercoledì 12 giugno 2013

"Tu mi suicidi" di Robert Desnos



Tu mi suicidi, così dolcemente.
Eppure ti morirò un giorno.
Io conosceremo questa donna ideale
e lentamente nevicherò
sulla sua bocca.
E forse pioverò anche se faccio tardi,
anche se volgo al sereno.
Noi amate così poco i nostri occhi
E crollerà questa lacrima
senza ragione,  ben inteso,
e senza tristezza.
Senza.
                                               
- Robert Desnos

martedì 11 giugno 2013

Qualcuno sa dirmi da dove è tratto e/o chi ne è l'autore?




"che tu ci sia davvero o no dall'altra parte di questa lettera importa poco o niente, mi accorgo che la consolazione che mi dai, esistendo dentro le mie lettere, appartiene solo a me, le mie sono diventate lettere di puro egoismo, il pronome che ti rappresenta è più che sufficiente, scrivendo 'tu' posso scrivere anche 'io' e così esistiamo già tutti e due dove mi pare e quando mi pare"


Ho trovato questo stralcio in rete ma non ricordo più chi l'aveva postato. Mi ha colpito perché anch'io amo scrivere anche senza spedire mai... 
In casi particolari ed estremi non è importante che l'altro ti legga,  perché non è più vivente o magari perché semplicemente non è più aperto al tuo parlare.
Ma l'amore per una persona cara non deve fermarsi alla sua esistenza o meno, ma altrettanto la propria vita, se si sente il bisogno di parlare a qualcuno credo sia giusto farlo, anche se non è sempre giusto o possibile che l'altro ci ascolti, se si sente il bisogno di volere bene anche... L'esternarlo è cosa diversa... per quello ci vuole corrispondenza...





"Vorrei sapessi" di Louis Ferdinand Celine

sarebbe bastato essere più umani
Giuseppe De Nittis, Nudo con calze rosse


Vorrei sapessi

Mi piacerebbe esserci mentre ti asciughi le guance,
mentre abbassi la testa
ed io sono lì,
in piedi,
ma non serve più

Per una volta nella vita assistere
a qualcosa di inutile,
qualcosa che dovrebbe essere crudele
per il piacere di esserlo

Vorrei costringerti ad accorgerti di me
e vorrei sapessi che sono vivo e malgrado tutto,
che sarebbe bastato essere più umani
oppure nascondersi meglio.

- Louis Ferdinand Celine


lunedì 10 giugno 2013

"Non disfare la luce..." di Juan Ramòn Jiménez

Non disfare la luce...
Vladimir Volegov, Rosa


Non disfare la luce...
                               Lasciare
che l'ora malvagia corra
finché cada da sola
sotto l'acacia in fiore dell'amore,
sotto il cielo stellato dell'idea.

Niente vale la gioia
di comprendersi, infine, sotto la fronte buona,
il cuore buono.
                        Poi,
in un ritorno lento e sorridente,
ricoprire con anima fiorita
le fosse a metà aperte
e pigiarvi le rose
- tutte le rose, ché
l'anima ben potata
non cesserà di darne!-

- Juan Ramòn Jiménez , da Pietra e Cielo
traduzione di Francesco Tentori montalto


Juan Ramón Jiménez Mantecón (Moguer, 24 dicembre 1881 – San Juan, 29 maggio 1958) è stato un poeta spagnolo. Premio Nobel per la letteratura nel 1956, è stato uno dei più importanti intellettuali della generazione del '14.

sabato 8 giugno 2013

Scuse

Mi scuso se in questi giorni il blog è andato un po' a singhiozzo...
Il mio pc è defunto, ne sto scegliendo uno nuovo. Abbiate la bontà di pazientare e di continuare a seguirmi comunque, dalla mia avete la promessa che non vi lascerò senza nemmeno un briciolo di poesia al giorno, da questo saprete che tengo a voi, i miei lettori, perché ricordate: Quando si ama qualcosa, o qualcuno, nessuno è così indaffarato da non trovare un attimo per dire "ti amo", perché non sta facendo un favore sta rispondendo ad una propria necessità.
Buona giornata, un luminoso sorriso,  Rosanna.
"Voi siete la risposta che attendevo
a una domanda che mai ho formulato"
- Mario Benedetti

venerdì 7 giugno 2013

"Immagine" di Arturo Graf

in un raggio di sol, come specchiata


Immagine

S'entro l'anima mia guardo talora,
gli antichi dì, l'antico amor sognando,
veggo l'immagin tua che tremolando
fra quei gorghi si accende e s'incolora.

Veggo l'immagin tua che dolcemente,
in un raggio di sol, come specchiata
da una falda di cheta acqua lucente,
parla con gli occhi e ride innamorata.

- Arturo Graf


Arturo Graf (Atene, 19 gennaio 1848 – Torino, 30/31 maggio 1913) è stato un poeta, aforista e critico letterario italiano.

giovedì 6 giugno 2013

"C'è nell'intimità degli uomini..." di Anna Achmatova

C'è nell'intimità degli uomini un confine
Edvard Munch, Le persone sole (1907-1908)



C'è nell'intimità degli uomini un confine

che né amore o passione possono osare,

anche se si fondono in terribile silenzio

e il cuore si spezza di desiderio.



Anche l'amicizia qui è impotente, e gli anni

pieni di felicità alta infiammata,

quando l'anima è libera e distratta

dal lento languore della voluttà.



Pazzo è colui che vi si appresta,

raggiungerlo è morire d'angoscia...

Ora puoi capire perché non batte

il mio cuore sotto la tua mano.

(Pietroburgo, maggio 1915)


- Anna Achamtova 

traduzione a cura di: Gene Immediato


Anna Andreevna Achmatova pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soj Fontan, 11 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966) è stata una poetessa russa; non amava l'appellativo di poetessa, perciò preferiva farsi definire poeta, al maschile.


Edvard Munch (Løten, 12 dicembre 1863 – Ekely, 23 gennaio 1944) è stato un pittore norvegese.
È stato anche simbolista, incisore e un importante precursore dell'arte espressionista.
L'urlo (1893) è probabilmente la sua opera più conosciuta
Edvard Munch è il pittore dell'angoscia: gli unici temi che lo interessano sono la passione, la vita e la morte.


lunedì 3 giugno 2013

"Preghiera del mattino" di Riccardo Duranti


Colazione al Casale delle Coazinzole, la casa di Riccardo Duranti:
tè, al limone e al latte, fette biscottate e marmellata e... i libri e il pc!

Preghiera del mattino

Devote alla bocca tua sfuggente
queste labbra ti cercano alla cieca.

Fanatiche di fede nel tuo sorriso,
l'intagliano dal vuoto finché appare.

A forza di miracoli testardi
l'altra vita a questa a frammenti s'incolla.

- Riccardo Duranti, da Meditamondo, Coazinzolapress






Riccardo Duranti ha insegnato per anni Letteratura inglese e Traduzione letteraria presso La Sapienza. 
Oltre l’attività didattica e le numerose traduzioni (per cui nel 1996 gli è stato assegnato il Premio nazionale per la traduzione del Ministero dei beni culturali) scrive racconti e poesie. 

Tra i suoi libri di poesia:
Bivio di voce, Empirìa, 1987
The Archer's Paradox (Il paradosso dell'arciere), The Many Press, 1993
L'affettuosa fantasia, Aracne, 1998
Made in Mompeo, haiku e immagini (con Rino Bianchi), Corbu, 2007

Riccardo Duranti è il traduttore italiano di tutta l'opera di Raymond Carver e lo è per esplicita volontà dell'autore.
Vive nel Casale delle Coazinzole, in Sabina dove traduce olive in ottimo olio, insieme a due cani e  adesso non so più quanti gatti 
Nel 2013 ha iniziato a lavorare come microeditore, come ama definirsi, aprendo la casa editrice Coazinzolapress.

Ho conosciuto Riccardo perché adoro Carver, lui ha conosciuto me attraverso le mie "Lune d'agosto", è nata una bella amicizia fatta di stima reciproca e una passione in comune: la parola.


domenica 2 giugno 2013

"Prezzetella 'a capera" di Raffaele Viviani

d''e ccapere d''o mercato songo 'a masta
Induno (forse Gerolamo Induino) Giovane popolana, acquerello


Prezzetella 'a capera 


Nun dicenno ammancamento songo aunesta:
nun ce stanno fose 'appennere a sta vesta.
Me mantengo 'ncopp' 'a mia:
nnammurate? arrassusia:
che bribbanta malatia.

Statte sodo! e pe' sape'?
Leva 'e mmane 'a cuollo a mme!

L’ommo vene, pogne e fuje;
quanno è doppo: male a nuje.
Vaie 'nzuttana e cammicetta,
pecché 'a vesta te va stretta;
cchiù cammine e cchiù te scasce
cu chell’anema 'e rancascia;
po',  fra tanta chiappe 'e 'mpise,
va truva' chi te l’ha... Guè!

Va'! Va' scola; e pe' sape'?
Leva 'e mmane 'a pietto a mme!

D' 'e ccapere d' 'o Mercato songo 'a masta:
e nisciuno dint' 'o stritto me 'ncatasta.
Va'! nun tiene cchiù salute:
tu hê 'ave' 'ncopp' 'e ssagliute
n'ato 'areto ca t'aiuta!

Vi' si cionca! e pe' sape'?
Leva 'e mmane 'a cuollo a mme!

Parla 'a mo fino a dimane:
ma nn'hê 'a maie pazzia' cu 'e mmane;
ca si no te faie cchiù sicco:
faie sta faccia comm' 'o micco;
po' addeviente pelle e ossa:
vaie cu 'o pede dint' 'a fossa;
quanno po' te si' distrutto,
te nne muore e nun me... Guè!

Jette 'acito! e pe' sape'?
Leva 'e mmane 'areto a mme!

Che vuo' fa’? me vuo' purta' 'ncopp' 'a 'Nfrascata?
Ma pecché ce 'a vuo' sciupa' sta scampagnata?
Tanto io vino nun ne vevo:
e, si pure ce venevo,
chello 'ncapa nun me jeva.

Oh, ma inzomma, e pe' sape'?
Leva 'a mano 'a sott' a me!

Nun me cuoglie sott' 'a scella:
songo sempe Prezzetella!
Si mme spuse, a nomme 'e Ddio,
st'uosso ccà t' 'o spuzzulìe:
anze è meglio ca tu 'a miette
na sepponta sott' 'o lietto;
ma, si cride 'e fa' pe' spasso,
bellu mio, tu nun m' 'a... Guè!

Ah? me spuse? 'Un parlo cchiù!
Miette 'e mmane addo' vuo' tu!

- Raffaele Viviani 


sabato 1 giugno 2013

"La filosofia dell'amore" di Percy Bysshe Shelley


i venti del cielo sempre in dolci moti si uniscono...
John William Waterhouse, Spettinata dal vento



Filosofia dell'amore

I

Le fonti si confondono col fiume
i fiumi con l'Oceano
i venti del Cielo sempre
in dolci moti si uniscono
niente al mondo è celibe
e tutto per divina
legge in una forza
s'incontra e si confonde.
Perché non io e te?

II

Vedi che le montagne baciano l'alto
del Cielo, e che le onde una per una
si abbracciano. Nessun fiore-sorella
vivrebbe più ritroso
verso il fratello-fiore.
E il chiarore del sole abbraccia la terra
e i raggi della luna baciano il mare.
Per che cosa tutto questo lavoro tenero
se tu non vuoi baciarmi?

- Percy Bysshe Shelley traduzione di Giuseppe Conte



Percy Bysshe Shelley, (Field Place, Sussex, 4 agosto 1792 – mare di Lerici, 8 luglio 1822), è stato un poeta inglese, uno dei più grandi poeti romantici. È famoso per aver scritto opere da antologia quali Ozymandias, l'Ode al vento occidentale , A un'allodola , e La maschera dell'anarchia , ma quelli che vengono considerati i suoi capolavori furono i poemi narrativi visionari come il Prometeo liberato  e l'Adonais.
La vita anticonformista e l'idealismo assoluto di Shelley ne fecero una figura notoria e oggetto di denigrazione per tutta la sua vita.
Divenne però l'idolo delle due-tre generazioni successive di poeti (inclusi i grandi vittoriani, Robert Browning, Alfred Tennyson, Dante Gabriel Rossetti, Algernon Swinburne e William Butler Yeats).
Divenne inoltre famoso per la sua amicizia con i contemporanei John Keats e Lord Byron e, come loro, per la sua morte prematura, avvenuta in giovane età.
Era il marito di Mary Wollstonecraft Shelley, autrice del romanzo Frankenstein.