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domenica 30 settembre 2012

"Non ho mai saputo il tuo nome" di Maria do Rosário Pedreira

Olivier Martinez



Non ho mai saputo il tuo nome


Non ho mai saputo il tuo nome. Entrasti un pomeriggio,
per sbaglio, a domandare se ero io un’altra persona –
un sole che improvvisamente aggiungeva calce ai muri,
un incendio capace di divorare il cuore del mondo.

Non ti mentii; mi alzai e ti condussi alla porta giusta
come un veliero trascina i sogni in mare; ma,
prima di lasciarti, ti dissi ancora che in quel pomeriggio
mi sarebbe piaciuto molto chiamarmi un’altra cosa – o
essere un gatto, per poter avere più di una vita.

- Maria do Rosário Pedreira


venerdì 28 settembre 2012

"Sono quella che sono" di JACQUES PREVERT

Sono quella che sono...



Sono quella che sono

Sono quella che sono
Sono fatta così
Se ho voglia di ridere
Rido come una matta
Amo colui che m'ama
Non è colpa mia
Se non è sempre quello
Per cui faccio follie
Sono quella che sono
Sono fatta così
Che volete ancora
Che volete da me
Son fatta per piacere
Non c'e niente da fare
Troppo alti i miei tacchi
Troppo arcuate le reni
Troppo sodi i miei seni
Troppo truccati gli occhi
E poi
Che ve ne importa a voi
Sono fatta così
Chi mi vuole son qui
Che cosa ve ne importa
Del mio proprio passato
Certo qualcuno ho amato
E qualcuno ha amato me
Come i giovani che s'amano
Sanno semplicemente amare
Amare amare...
Che vale interrogarmi
Sono qui per piacervi
E niente può cambiarmi.

- Jacques Prevert



Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977) è stato un poeta e sceneggiatore francese.















Monica Anna Maria Bellucci (Città di Castello, 30 settembre 1964) è un'attrice cinematografica e modella italiana.






















mercoledì 26 settembre 2012

"La vita mi ruba le notti" di Rosanna Bazzano

La vita mi ruba le notti...
(foto: 17.09.2012 presentaz. di "Lune d'agosto"
Nea Art Gallery, Napoli)


La vita mi ruba le notti

La vita mi ruba le notti,
le usa per farmi guardare
ciò su cui chiudo gli occhi di giorno.

E il passo mi ruba,
e la tua figura,
ora lontana
e chiara
ora vicina
e muta.

Mi ruba il sorriso,
lo sguardo,
la meta.

La giusta misura
mi assale
incestuosa
e arrogante,
pretenziosa
prende il posto dei sogni.


Rosanna Bazzano

martedì 25 settembre 2012

Condannato a capire: Alessandro Parronchi

la condanna a capire, a veder chiaro


MA ALLORA NON CAPISCI!…

Quanto indietro possa spingersi il ricordo
ad albe iridescenti di lacrime e rugiada
una cosa distinguo:
la condanna a capire, a veder chiaro.

D'istinto, per sfuggirvi,
molte scappatoie ho tentato,
tergiversando per sentieri senza sbocco
o dietro vane, ma belle perché vane
e ingannevoli apparenze.

Ma col tempo le cose complicandosi
sempre più faticoso era distinguere
dietro le facce il nascosto pensiero.

Giocoforza del male fatto esperto
ne vedevo il dominio a gradi estendersi,
tutto invadere, tanto
da non potere il piede avanti mettere
senza perdersi per non più trovarsi.

Dietro un sorriso a volte luminoso
dietro il velame tenero dell'alba
l'inganno, la tempesta in agguato,
il dubbio, la condanna,
lo scherno...
E mai la pace di un astro che brilla
la luce di un pensiero fatto chiaro...

Davvero non capisco, non capisco.

-ALESSANDRO PARRONCHI
(da Climax, 1990)

domenica 23 settembre 2012

Il destino di Arsenij Tarkovskij



Jeanne Moreau e Marcello Mastroianni, "La notte" di Michelangelo Antonioni, 1961



Primi incontri

Ogni istante dei nostri incontri
lo festeggiavamo come un’epifania,
soli a questo mondo. Tu eri
più ardita e lieve di un’ala di uccello,
scendevi come una vertigine
saltando gli scalini, e mi conducevi
oltre l’umido lillà nei tuoi possedimenti
al di là dello specchio.
Quando giunse la notte mi fu fatta
la grazia, le porte dell’iconostasi
furono aperte, e nell’oscurità in cui luceva
e lenta si chinava la nudità
nel destarmi: "Tu sia benedetta",
dissi, conscio di quanto irriverente fosse
la mia benedizione: tu dormivi,
e il lillà si tendeva dal tavolo
a sfiorarti con l’azzurro della galassia le palpebre,
e sfiorate dall’azzurro le palpebre
stavano quiete, e la mano era calda.

Nel cristallo pulsavano i fiumi,
fumigavano i monti, rilucevano i mari,
mentre assopita sul trono
tenevi in mano la sfera di cristallo,
e " Dio mio! " tu eri mia.

Ti destasti e cangiasti
il vocabolario quotidiano degli umani,
e i discorsi s’empirono veramente
di senso, e la parola tua svelò
il proprio nuovo significato: zar.

Alla luce tutto si trasfigurò, perfino
gli oggetti più semplici - il catino, la brocca - quando,
come a guardia, stava tra noi
l’acqua ghiacciata, a strati.

Fummo condotti chissà dove.
Si aprivano al nostro sguardo, come miraggi,
città sorte per incantesimo,
la menta si stendeva da sé sotto i piedi,
e gli uccelli c’erano compagni di strada,
e i pesci risalivano il fiume,
e il cielo si schiudeva al nostro sguardo"

Quando il destino ci seguiva passo a passo,
come un pazzo con il rasoio in mano.

- Arsenij Tarkovskij

(Pervye svidanija, in A. A. Tarkovskij, Poesie scelte , Milano 1989)


giovedì 20 settembre 2012

"Le Riformazzione" di Giuseppe Gioacchino Belli

de tanti sfarzi nun ze sò llassati
ch'er casino, er teatro e la carrozza

Le Riformazzione

Perza ch'ebbe la lite, er zor Marchese
disse alla mojje: "Cqua, Mmarchesa mia,
bbisogna fà un po' ppiù de colomia,
mette ggiudizio, e arisegà le spese".
De fatti, cominciorno a ccaccià vvia
li maestri del fijjo: poi s'intese
ch'avevano calato un tant'er mese
a le paghe de sala e scuderia.
Doppo de questo scassorno dar rollo
tutti li famijjari ggiubbilati,
ch'uno s'annò a bbuttà da ponte-mollo.
Inzomma, poverelli, e strigni e strozza,
de tanti sfarzi nun ze sò llassati
ch'er casino, er teatro e la carrozza.

- (G.G.Belli 1021) - 1833


I governanti e i ricchi, seguono tutti un unico cliché, non s'inventano niente... hanno poca fantasia...

domenica 16 settembre 2012

La luce di Rosanna Bazzano

La luce offende ancora le mie vene...


La luce

La luce offende ancora
le mie vene
ed impietosa addita
ogni fallacia
di tutto ciò
che pare ci conviene
di un tempo scarno
e della sua ferocia.

- Rosanna Bazzano





sabato 15 settembre 2012

"Abbi cura" di Raymond Carver

Lo scrittore Raymond Carver e la poetessa Tessa Gallagher




Abbi cura

Dalla finestra la vedo chinarsi sulle rose
reggendole vicino al fiore per non
pungersi le dita. Con l'altra mano taglia, si ferma e
poi taglia ancora, più sola al mondo
di quanto mi sia mai reso conto. Non alzerà
lo sguardo, non subito. È sola
con le rose e con qualcosa che riesco solo a pensare, ma non
a dire. So bene come si chiamano quei cespugli
regalatici per le nostre recenti nozze: Ama, Onora e Abbi Cura...
è quest'ultima rosa che lei all'improvviso mi porge, dopo
essere entrata in casa tra uno sguardo e l'altro. Affondo
il naso in essa, ne aspiro la dolcezza, la lascio indugiare—profumo
di promessa, di tesoro. Le reggo il polso per avvicinarla ancora,
i suoi occhi verdi come muschio di fiume. E poi la chiamo, contro
quel che avverrà: moglie, finché posso, finché il mio fiato, un petalo
affannato dietro l'altro, riesce ancora a raggiungerla.


- Raymond Carver


Traduz. di Riccardo Duranti

venerdì 14 settembre 2012

"Ti sento" di Terenzio Formenti




Ti sento

ti sento
ti vedo
ti sfioro con lo sguardo
ti tocco con i miei occhi

mi accorgo
che ti sto respirando

dammi un cenno

che io possa sentire
che esisto anche per te

- Terenzio Formenti


giovedì 13 settembre 2012

" Che cosa sei per me?" di Erich Fried


Che cos'è per me il tuo odore?


Che cosa sei per me?
Che cosa sono per me le tue dita
e che cosa le tue labbra?
Che cos'è per me il suono della tua voce?
Che cos'è per me il tuo odore
prima del nostro abbraccio
e il tuo profumo
nel nostro abbraccio
e dopo?

Che cosa sei per me?
Che cosa sono per te?
Che cosa sono?


Erich Fried


mercoledì 12 settembre 2012

"Ventesima Luna" di Rosanna Bazzano




Il dolore profondo non urla, non strepita. Il dolore senza speranza si fa silenzio dell'anima.












Da "Lune d'agosto", Edizioni Intra Moenia, giugno 2012

martedì 11 settembre 2012

Le "Termopili" di Konstantinos Kavafis


Konstantinos Kavafis


TERMOPILI

Onore a quanti nella propria vita
si proposero la difesa di Termopili.
Mai allontanandosi dal dovere;
giusti e retti in tutte le azioni,
con dolore perfino e compassione;
generosi se ricchi e, se poveri,
anche nel poco generosi,
pronti all'aiuto per quanto possono;
sempre con parole di verità
ma senza odio per chi mente.

E ancora maggiore onore è loro dovuto
se prevedono (e molti lo prevedono)
che alla fine apparirà un Efialte
e i Medi infine passeranno.

KONSTANTINOS KAVAFIS, 1903

(Traduzione di Paola Maria Minucci)

Efialte è il traditore, colui che permetterà la sconfitta del coraggioso Re Leonida.
Per ogni coraggioso Leonida che lotta, quasi sempre, alla fine apparirà un Efialte...
Onore a chi lotta nonostante non gli sia ignoto questo destino...

lunedì 10 settembre 2012

"Atlante" di Margherita Guidacci

E dunque cosa conosci?



ATLANTE

Davanti a te la mia anima è aperta
come un atlante: puoi seguire con un dito
dal monte al mare azzurre vene di fiumi,
numerare città,
traversare deserti.

Ma dai miei fiumi nessuna piena ti minaccia,
le mie città non ti assordano con il loro clamore,
il mio deserto non è la tua solitudine.
E dunque cosa conosci?

Se prendi la penna, puoi chiudere in un cerchio esattissimo
un piccolo luogo montano, dire: “Qui fu la battaglia,
queste sono le sue silenziose Termopili”.
Ma tu non sentisti la morte distruggere la mia parte regale,
né salisti furtivo
col mio intimo Efialte per un tortuoso sentiero.
E dunque cosa conosci?


- Margherita Guidacci


Il mondo non si conosce sull'atlante ma percorrendone la polvere a piedi, spesso si crede di conoscere una persona fermandosi alle apparenze... questo è solo il miglior modo per non conoscerla mai veramente...

domenica 9 settembre 2012

Strofette di Prospera Paturnia



avé passata 'sta nuttata 'e vierno


III

Comme vulesse tenere uttant’anne
avé passata ‘sta nuttata ‘e vierno
puté asciuttà ‘na lacrema sultanto
primma  ‘e m’arrepusà c'‘o suonno eterno.

Puterte addimanna po’ mpunto ‘e morte
sapenno ormaie luntane ‘e juorn’’e pene:  
Pecché è vuluto a fforza chistu core
si  po’ nun ’o putive vulé bbene?

- Prospera Paturnia di Scasazze



sabato 8 settembre 2012

"Le mie vene" di Rosanna Bazzano


sono fiumi, per te, le mie vene



Sono fiumi,
per te,
le mie vene,
che percorri
spedito
e sulle cosce,
dove naufraghi
senza fine,
irrimediabilmente
arena il tuo
battito
intento a
sentire
la lenta
risacca del cuore.


- Rosanna Bazzano


giovedì 6 settembre 2012

L'attesa di Alda Merini


Ti aspetto ogni giorno


TI ASPETTO OGNI GIORNO

Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.

- Alda Merini

Quando l'attesa è senza speranza, quando la speranza è l'attesa,  estremo gesto di attaccamento al vuoto che non sarà colmato.


mercoledì 5 settembre 2012

"Alla Musa" di Lorenzo Stecchetti


Calliope, Musa della poesia
Alla Musa

POVERA Musa mia, te l’han pur detto
il nome che a le donne è villania
perchè t’han visto nuda in un sonetto
senza la foglia de l’ipocrisia!

    E pur mi torni ed il divino aspetto
concedi sempre al cor che lo desìa,
e mi lasci dormir sovra il tuo petto
e mi lasci sognar la gloria mia.

    Ahi, ma de ’l lauro tuo non mi si abbella,
Musa, la fronte che su ’l carme suda;
orïente non v’ha per la mia stella.

    E sia, purchè su ’l petto ancor ti chiuda
come l’amor superbamente bella,
come la verità candida e nuda.

Lorenzo Stecchetti


Lorenzo Stecchetti altri non era che il poeta Olindo Guerrini che, sotto questo nome, ha voluto pubblicare, nel 1903, un libro di poesie goliardiche che volevano essere anche una sorta di parodia degli "scapigliati".
Un grazie a chi mi ha per il mio onomastico regalato questo prezioso e piacevole volume.

martedì 4 settembre 2012

L'amore amaro di Francesco Petrarca



amore / odio
(dal web)




Ciò che ero solito amare, non amo più;
mento: lo amo, ma meno;
ecco, ho mentito di nuovo:
lo amo, ma con più vergogna,
con più tristezza;
finalmente ho detto la verità.
E' proprio così: amo,
ma ciò che amerei non amare,
ciò che vorrei odiare;
amo tuttavia,
ma contro voglia,
nella costrizione,
nel pianto,
nella sofferenza.
In me faccio triste esperienza
di quel verso di un famosissimo poeta:
"Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia.

- Francesco Petrarca






lunedì 3 settembre 2012

I baci di Sara Teasdale

 e a te di nuovo
io porsi le mie labbra da baciare


Prima di te m'avevano baciata
solo i venti del cielo e piogge chiare
ora che ci sei tu, potrei quei baci
ancor desiderare?

Mi volsi al mare e mi mandò i suoi venti,
incontro mi balzarono cantandomi del sud-
ma a loro mi sottrassi, e a te di nuovo
io porsi le mie labbra da baciare.

Ai lieti scrosci del radioso aprile
negai la bocca a nuovi baci avezza
e chinai il capo perchè quell'ebbrezza
la pioggia non spegnesse come stella.

Appartengo al mio amore ed egli a me,
siamo legati da un suggello ardente -
potrei lasciare entrare un mendicante
dove dimora un re?

Sara Teasdale


domenica 2 settembre 2012

Il segreto del cuore di Rabrindranath Tagore

Non nascondere il segreto del tuo cuore

Non nascondere il segreto del tuo cuore


Non nascondere
il segreto del tuo cuore,
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
Tu che sorridi così gentilmente,
dimmelo piano,
il mio cuore lo ascolterà,
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
Rivelami tra le lacrime esitanti,
tra sorrisi tremanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore.

Rabrindranath Tagore


sabato 1 settembre 2012

"Piove" di Eugenio Montale

Piove


Piove 

Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.
Piove
da un ciclo che non ha
nuvole.

Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.
Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c'è terremoto
né guerra.

Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale.
Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.
Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l'assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l'ha ordinato.
Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull'uomo indiato, sul cielo,
ottimizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.
Piove, ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.

Eugenio Montale