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venerdì 28 febbraio 2014

"Ella mi mescé il vino…" di Muḥammad al-Muʿtamid




ella schiuse la veste… 
così come il boccio si apre dischiudendo il fiore
Milo Manara, Desiderio



Ella mi mescé il vino inebriante col solo suo sguardo

Ella mi mescé il vino inebriante col solo suo sguardo
ed or con la coppa ed ora con le sue labbra,
e le corde del suo liuto mi esaltavano
come udissi sulle corde dei colli fischiare la melodia
delle spade.
Ella schiuse la veste su un corpo qual tenero ramo
di salice,
così come il boccio si apre dischiudendo il fiore.

- Muḥammad al-Muʿtamid





Muḥammad al-Muʿtamid, (Beja, 1040 – Aghmat in Marocco, 1095), fu il terzo ed ultimo regnante musulmano della dinastia degli Abbadidi (dal 1069 al 1091) sulla Taifa di Siviglia, in al-Andalus. Secondo figlio di Abbād al-Muʿtadid, divenne erede quando il fratello maggiore fu messo a morte per ordine del padre per supposto tradimento. Ereditò dal padre il talento per la poesia ed il carattere spietato, oltre al trono di Siviglia nel 1069. Al-Mu'tamid fu protettore dei poeti arabi di al-Andalus; in particolare fu mecenate e amante del poeta arabo andaluso Ibn Ammar: la loro relazione fu assai tormentata e finì quando al-Muʿtamid uccise il poeta con le sue stesse mani, per poi farlo seppellire con grandi onori. Al-Muʿtamid stesso è considerato, a buon diritto, uno dei massimi poeti andalusi. Anche i poeti arabo-siciliani Ibn Hamdis e al-Ballanūbī furono suoi ospiti e amici.




Maurilio Manara detto Milo (Luson, 12 settembre 1945) è un fumettista italiano, conosciuto in Italia e all'estero per il fascino sensuale delle sue tavole.





mercoledì 26 febbraio 2014

"Gli ultimi giorni dell'inverno" di Attilio Bertolucci



portami con te nel mattino vivace
Leonid Afremov, Rain in love



Portami con te nel mattino vivace
le reni rotte l'occhio sveglio appoggiato
al tuo fianco di donna che cammina
come fa l'amore,
sono gli ultimi giorni dell'inverno
a bagnarci le mani e i camini
fumano più del necessario in una
stagione così tiepida,
ma lascia che vadano in malora
economia e sobrietà,
si consumino le scorte
della città e della nazione
se il cielo offuscandosi, e poi
schiarendo per un sole più forte,
ci saremo trovati
là dove vita e morte hanno una sosta,
sfavilla il mezzogiorno, lamiera
che è azzurra ormai
senza residui e sopra
calmi uccelli camminano non volano.

- Attilio Bertolucci




Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000) è stato un poeta italiano, padre dei registi Bernardo Bertolucci e Giuseppe Bertolucci.
La poesia di Bertolucci è a suo modo semplice, e immensamente complessa. La sua vocazione alla descrizione e al racconto lo ha naturalmente condotto ad evitare l'intensa liricità della poesia pura ed ermetica per rivolgersi piuttosto ad una lingua poetica intelligibile e alla narrativa in versi.




Leonid Afremov (nato il 12 Luglio, 1955 a Vitebsk , Bielorussia ) è un moderno artista impressionista russo-israeliano che lavora prevalentemente con un coltello e gli oli t

martedì 25 febbraio 2014

"Adoro la Dorata" - dal Papiro Chester Beatty I



canto le lodi di Hathor
"La dea Hathor e il Faraone Sethi I"
tavoletta ritrovata nella Tomba di Sethi I



STANZA QUINTA (uomo)
Adoro la Dorata,
lodo la sua maestà,
esalto la Signora del Cielo,
canto le lodi di Hathor,
inneggio alla dea sovrana.
Mi rivolgo a lei,
lei ascolta le mie preghiere
e mi invia la mia signora.
E' venuta per vedermi:
mi è avvenuto qualcosa d grande.
Fui allegro,
fui in gioia,
mi sentii grande,
quando mi si disse: "Viene, eccola".
Ecco, mentre lei avanzava,
s'inchinavano i giovani,
per la grandezza d'amore per lei.
Ho fatto un voto alla mia dea (Hathor, ndt).
Ella mi ha dato la mia amata,
dopo tre giorni che ho pregato in suo nome.
Era (l'amata, ndt) lontana da me da quasi cinque giorni.


- Liriche d'amore dal Papiro Chester Beatty I


La cosa che non smette mai di meravigliarmi è l'universalità del sentimento dell'amore, uguale ad ogni epoca e ogni latitudine…


La poesia d'amore fiorì in Egitto nell'età del Nuovo Regno (1552 - 1069). Ci sono giunte di quell'epoca otto raccolte di liriche amorose, in forma diretta o dialogica, sono cantate dell'amante alle bellezze dell'amato, i turbamenti, la nostalgia, il desiderio, il sogno.



Papiro Chester Beatty I  
Luogo: Libreria Chester Beatty di Dublino Origine: Deir El Medina
Scrittura: ieratico
Tipo: letterario/mitologico

Tre collezioni di poemi d'amore, divisi rispettivamente in sette, tre e sette parti. Appartennero originariamente allo scriba Qenherjopshef e passarono da diversi proprietari prima di essere deposti nella tomba dove furono trovati a Deir El Medina.
Narra la contesa fra Horo e Seth per il regno di tutto l’Egitto. Essi si rimettono al giudizio dell’Enneade divina che dopo tante peripezie si esprime a favore del primo.

Sembra che il papiro fosse destinato, come molte opere del periodo Ramesside, ad un pubblico in cerca di evasione in opere vivaci, piccanti e un po’ irrispettose verso le divinità.

"Tratto dal sito di Egittologia di Salvatore Di Peri" 

domenica 23 febbraio 2014

"’O povero guaglione" di Roberto D’Ajello

'O povero guaglione
immagine dal web





’O povero guaglione

’O povero guaglione ha acciso ’a mamma
chiavannole uttantotto curtellate.
Stammoce accorte a nun ne fà nu dramma
cu ’a scusa c’ha scannato pure ’o pate.

’O puveriello è sulo nu criaturo...
diciassett’anne e unnece mise appena,
se sape, a chest’età nun è ammaturo.
È overo ca ’e duie muorte fanno pena,

ma po’, quanno l’he nchiuse int’ô tauto,
ch’ato puo’ fà si tèrmena ’a partita?
Sulo a chi resta puo’ purtà n’aiuto
pe nun le ntussecà stu muorzo ’e vita.

Facite ampressa a giudecà ’e cristiane
senza sapé che teneno int’ô core,
cu qua’ cuscienzia v’azzuppate ’o ppane
dint’ê disgrazzie ’e chistu mio signore!

«Fa d’uopo scandagliare il suo vissuto
– dice, cunvinto, ’o miereco d’ ’e pazze –
appurar ciò che ha dato e ciò che ha avuto,
si ha accucchiato panelle opure mazze».

Mettiteve int’ê panne ’e stu suggetto:
a tre mise cadette d’ô siggione,
a quatto ’a mamma s’ ’o scippaie d’ô pietto
pe nun s’arruvinà doie zizze bone.

A sette mise avette ’e riscenzielle
e a nove nu catarro brunchïale.
È accussì ca se guastano ’e ccervelle
e ’e perzone addeventano anurmale.

A dudece anne ’o pate ’o paccariaie
pecché cecato aveva n’uocchio â sora
e ’a mamma a quinnece anne l’alluccaie
doppo ch’êva scippato a na signora.

«Son proprio questi traumi in gioventù,
codeste incomprensioni familiari,
– ha ditto nu zi’ prevete â tivvù –
che scavano dei solchi senza pari

tra i genitori e il pargolo frustrato,
sicché se questi un giorno li fa fuori
non va punito, ma recuperato!
Mi fanno specie questi altrui furori!».

Nu giudice, ca sape ’a lecca e ’a mecca,
e ha capito ’a psiche d’ ’o guaglione,
ha ditto c’ ’a galera nun ce azzecca,
che non è un deterrente la prigione:

«Ci vorrebbe una pena alternativa
che sia un percorso di maturazione».
«Na foca ncanna, a ll’aria ’e chi t’è biva!»,
l’ha dato ncapa nu scustumatone.

S’è ditto ca nun s’è pentuto ’e niente,
c’ha penzato sultanto a se scusà,
ch’è na carogna, ch’è nu ddio ’e fetente,
ca sturia sulo ’o modo ’e s’ ’a scanzà.

Pe bona sciorta chiorme ’e guagliuncelle
le spedisceno lettere d’ammore.
S’ ’o vanno a visità dint’ê ccancelle
sinnache, deputate e senatore.

Pe furtuna a stu munno ce stà gente
ca nun se fa affuscà da ll’apparenza,
e sarria buono ca ’o ttenesse a mente
’o giudice c’ha dda caccià ’a sentenza.

Nun penzate a stu povero guaglione
che brutta vita farria arret’ê grate?
Nun pruvate nisciuna cumpassione
p’uno ch’è senza mamma e senza pate?

Napoli, Natale 2001


- Roberto D’Ajello


Le scusanti sono la merce più a buon mercato e quando proprio non se ne trovano basta ribaltre il problema e accusare gli altri di lagnarsi sempre…

Traduzione

Il povero ragazzo ha ucciso la madre
inferendole ottantotto coltellate,
stiam bene attenti a non farne un dramma
con la scusa che ha scannato pure il padre.

Il poverino è solo un bambino…
Diciassette anni e undici mesi appena
si sa che a quest'età non è maturo.
È vero che due morti fanno pena

ma poi quando li hai messi nella bara
che altro puoi fare se è finita la partita?
Solo a chi resta puoi portare aiuto
per non avvelenargli questo po' di vita….

Fate presto a giudicare le persone
senza sapere cosa portano nel cuore,
con quale coscienza vi bagnate il pane
nelle disgrazie di questo signore!

«Fa d’uopo scandagliare il suo vissuto
– dice, convinto, il medico dei pazzi –
appurar ciò che ha dato e ciò che ha avuto,
si ha avuto gioie oppure disgrazie».

Mettetevi nei panni del soggetto
a tre mesi cadde dal sediolone,
a quattro la madre smise di allattarlo
per non rovinarsi due tette buone.

A sette mesi ebbe le convulsioni
e a nove un catarro bronchiale, 
è così che si rovinano le menti
e le persone diventano anormali.

A dodicianni il padre lo schiaffeggiò
perchè aveva ferito un occhio alla sorella
e la madre a quindici anni lo sgridò
dopo che aveva scippato una signora.

«Son proprio questi traumi in gioventù,
codeste incomprensioni familiari,
– ha detto un sacerdote alla tv –
che scavano dei solchi senza pari

tra i genitori e il pargolo frustrato,
sicché se questi un giorno li fa fuori 
non va punito, ma recuperato!
Mi fanno specie questi altrui furori!».

Un giudice che conosce bene la legge
e ha capito la psiche del ragazzo 
ha detto che la galera non c'azzecca
e non è un deterrente la prigione:

«Ci vorrebbe una pena alternativa
che sia un percorso di maturazione».
«Un cappio alla gola, accidenti a te!»
ha contestato uno scostumatone.

SI è detto che non si pentito per niente,
che ha pensato solo a scusarsi,
che è una carogna, un grandissimo fetente,
che studia solo come evitare la condanna.

Per sua fortuna stuoli di ragazzine
gli spediscono lettere d'amore.l
Vanno a fargli visita in carcere
perfino deputati e senatori.

Per fortuna al mondo c'è gente
che non si fa offuscare dall'apparenza,
e sarebbe un bene lo tenesse a mente 
il giudice che ha da emettere sentenza.

Non pensate a questo povero ragazzo
che brutta vita farebbe dietro le sbarre?
Non provate alcuna compassione
per uno senza mamma e senza padre?

Natale 2011

Traduzione di Rosanna Bazzano


Roberto D'Ajello, Napoli, Procuratore generale aggiunto della Cassazione, è saggista, traduttore e poeta in lingua napoletana.





venerdì 21 febbraio 2014

"La favela" di Rosanna Bazzano



in queste favelas di città
Edward Hopper, Summer in the city


La favela

Il corridoio
dell’ ospedale umano
odora di caffè,
l’ aroma
tattile, vischioso,
si appiccica
sui quadri
presi dal robivecchi
e appesi,
per pietà e dispetto,
sui muri sporchi;
e scende,
munifico,
su mattonelle
che sembrano
etnie in guerra.

Qui,
in questa favela di città,
si svegliano i diseredati
felici,
dietro le troppe porte
del vecchio palazzo,
felici di bere il loro latte
nella tazza sbeccata,
felici di fare la doccia
in un bagno
dove puoi contare gli inquilini
degli ultimi vent’anni
dai fori nelle mattonelle;
felici di raccattare indumenti
da armadi precari,
prima di tirarsi dietro
la porta di casa,
di attraversare il corridoio
livido
alla luce del neon
che si tiene acceso
ora si, ora no.

A loro, forse,   
non è segreto
il senso della vita.

- Rosanna Bazzano



C'è tutta un' umanità che vive il disagio dell'essere precario al mondo, e non è poi così lontana come si crede, una povertà dignitosa che non è povertà dell'anima ma macchia sull'abito bianco della coscienza dei ricchi. Un' umanità che vive cogliendo forse ciò che a tanti sfugge…



Rosanna Bazzano (Floridia, SR, 31 gennaio 1969) è poetessa e scrittrice italiana. 













Edward Hopper (Nyack, 22 luglio 1882 – New York, 15 maggio 1967) è stato un pittore statunitense famoso soprattutto per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea. Oggi è considerato uno dei grandi maestri americani, citato in qualche caso come precursore della Pop Art.
Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio".










giovedì 20 febbraio 2014

"La scarpetta di Cenerentola" di Jana Cernà



la scarpetta di cenerentola calza a pennello… 
Francois Boucher, Eracle e Onfale 




La scarpetta di cenerentola calza a pennello.
Anche la mia fica
ma solo a qualcuno
Non però a uno solo
a te starebbe senz'altro bene
Le fiche si cuciono su misura
e al sarto gli si dice
Mi ci metta una fodera di seta
e non metta bottoni
tanto la porterò slacciata
Si cuciono quindi così
come la biancheria da uomo.

- Jana Cerna




Jana Černá (Honza Krejcarova) (Praga, 1928 – Praga, 1981) è stata una scrittrice cecoslovacca. Figlia della "Milena" di Kafka (Lettere a Milena).












François Boucher (Parigi, 29 settembre 1703 – Parigi, 30 maggio 1770) è stato un pittore francese.

domenica 16 febbraio 2014

" 'O culore d' 'e parole" di Eduardo De Filippo



e vide 'o blù, 'o celeste, 'o russagno…
Joan Mirò, Blù II, 1961




'O culore d’e pparole



Quant' è bello 'o culore d' 'e pparole

e che festa addiventa nu foglietto,
nu piezzo 'e carta -
nu' importa si è stracciato
e po' azzeccato -
e si è tutto ngialluto
p' 'a vecchiaia, 
che fa?
che te ne mporta?
Addeventa na festa
si 'e pparole
ca porta scritte
so' state scigliute
a ssicond' 'o culore d' 'e pparole.
Tu liegge
e vide 'o blù
vide 'o cceleste
vide 'o russagno
'o vverde
'o ppavunazzo,
te vene sotto all' uocchie ll' amaranto
si chillo c’ha scigliuto
canusceva
'a faccia
'a voce
e ll’uocchie 'e nu tramonto.
Chillo ca sceglie,
si nun sceglie buono,
se mmescano 'e culure d' 'e pparole.
E che succede?
Na mmescanfresca
'e migliar' 'e parole,
tutt' eguale
e d' 'o stesso culore:
grigio scuro.
Nun siente 'o mare,
e 'o mare parla,
dice.
Nun parla 'o cielo,
e 'o cielo è pparlatore.
'A funtana nun mena.
'O viento more.
Si sbatte nu balcone,
nun 'o siente.
'O friddo se cunfonne c' 'o calore
e 'a gente parla cumme fosse muta.
E chisto è 'o punto:
manco nu pittore
po' scegliere 'o culore d' 'e pparole.


- Eduardo De Filippo

Traduzione

Quant’è bello il colore delle parole,
e che festa diventa un foglietto,
un pezzo di carta -
non importa se è stracciato
e poi riattaccato -
e se è tutto ingiallito
per la vecchiaia,
che fa?
che te ne importa?
Diventa una festa,
se le parole
che porta scritte
sono state scelte
secondo il colore delle parole.
Tu leggi
E vedi il blu
Vedi il celeste
Vedi il rossiccio
Il verde
Il paonazzo,
ti viene sotto gli occhi l’amaranto
se chi ha scelto
conosceva
la faccia
la voce
e gli occhi di un tramonto.
Se chi sceglie,
non sceglie bene,
si mischiano i colori delle parole.
E che succede?
Una confusione
di migliaia di parole,
tutte uguali
e dello stesso colore:
grigio scuro.
Non senti il mare,
eppure il mare parla,
dice.
Non parla il cielo,
eppure il cielo è parlatore.
La fontana inaridisce.
Il vento muore.
Se sbatte un balcone,
non lo senti.
Il freddo si confonde con il calore
e la gente parla come fosse muta.
E questo è il problema:
nemmeno un pittore
può scegliere il colore delle parole.

Trad. di Rosanna Bazzano





Eduardo De Filippo, noto semplicemente come Eduardo (Napoli, 24 maggio 1900 – Roma, 31 ottobre 1984), è stato un drammaturgo, attore,regista, poeta e senatore a vita italiano.

Fra i massimi esponenti della cultura italiana del Novecento, è stato autore di numerosi drammi teatrali da lui stesso messi in scena e interpretati e, in seguito, tradotti e rappresentati da altri anche all'estero. Per i suoi meriti artistici e i contributi alla cultura, fu nominato Senatore a vita dall'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini.





Joan Miró i Ferrà (Barcellona, 20 aprile 1893 – Palma di Maiorca, 25 dicembre 1983) è stato un pittore, scultore e ceramista spagnolo, esponente del surrealismo.











sabato 15 febbraio 2014

"Il capro espiatorio" racconto di Bruno Ferrero


il leopardo ruggì di dolore e di collera…
Antonio Ligabue, Leopardo, 1955




Una volta, un cucciolo di leopardo si perdette nella steppa e un elefante, per caso, lo calpestò. Poco dopo il cucciolo fu trovato morto e la notizia fu portata al padre di lui.
- "Il tuo piccolo è morto", gridarono al vecchio leopardo. "Lo abbiamo trovato nell'erba, giù nella valle".
Il leopardo ruggì di dolore e di collera. 
- Chi l'ha ucciso? Ditemi chi l'ha ucciso, perché io mi possa vendicare.
- E' stato l'elefante.
- L'elefante?.
- Sì, l'elefante.
Il vecchio leopardo si fece pensieroso, ma dopo un momento disse: 
- No, non è stato l'elefante. Sono state certamente le capre. Sono state le capre! Ma vedrete come mi vendicherò.
E il vecchio leopardo, infiammato di sacrosanta collera, corse sul colle dove pascolavano le capre e sbranò tutto il gregge.

- Bruno Ferrero


I codardi quando vogliono attribuire una colpa preferiscono attribuirla a qualcuno che si può facilemente sopraffare, un capro espiatorio lo trovano sempre…




Bruno Ferrero (...) è un sacerdote e scrittore italiano, appartenente ai salesiani.
Esperto di catechetica con una licenza in teologia, è stato direttore editoriale della casa editrice salesiana Elledici fino al 2009. Come scrittore tratta temi di natura etica e religiosa. È direttore deIl bollettino salesiano.











Antonio Ligabue, nato Antonio Laccabue (Zurigo, 18 dicembre 1899 – Gualtieri, 27 maggio 1965), è stato un pittore italiano.

venerdì 14 febbraio 2014

"L'amore fa" di Ivano Fossati








L'amore fa l'acqua buona
fa passare la malinconia
crescere i capelli l'amore fa
l'amore accarezza i figli
l'amore parla con i vecchi
qualcuno vuole bene ai piu' lontani
anche per telefono
l'amore fa guerra agli idioti
agli arroganti pericolosi
fa bellissima la stanchezza
avvicina la fortuna quando puo'
fa buona la cucina
l'amore e' una puttana
che onora la bellezza
di un bacio per regalo

cose che fanno ridere
l'amore fa
cose che fanno piangere

l'amore fa begli gli uomini
sagge le donne
l'amore fa
cantare le allodole
dolce la pioggia d'autunno
e vi dico che fa viaggiare, si'
illumina le strade
fa grandi le occasioni
di credere e di imparare

cose che fanno ridere
l'amore fa
cose che fanno piangere

fa crescere i gerani e le rose
aprire i balconi
l'amore fa
confondere le citta'
ma riconoscere i padroni
l'amore lo fa
aprire bene gli occhi
amare piu' se stessi
l'amore fa bene alla gente
comprendere il perdono
l'amore fa.

- Ivano Fossati

Essere innamorati è meraviglioso, San Valentino sarà pure una festa stupida e commerciale, ma per gli innamorati ogni scusa è buona per festeggiare… AUGURI! 

Ivano Alberto Fossati (Genova, 21 settembre 1951) è un polistrumentista, cantautore e compositore italiano.






giovedì 13 febbraio 2014

"Code" di Vivian Lamarque



non mi dispiace fare le code, c'è tempo per pensare
Robert Doisneau, Fila davaniti un negozio di alimentari




Code

Non mi dispiace fare le code,
c'è tempo per pensare,
per guardare dentro la borsa,
dentro la tasca dell'auto,
tempo per programmare i giorni a venire
domani dopodomani,
per guardare negli occhi di quell'extra gentile
(che vetro scintillante mi ha fatto,
gli ho chiesto il sinistro domani il destro,
ogni giorno un pezzetto diverso)
tempo per guardare quel bel geranio al quarto piano,
sta bagnandolo una vecchina pulita, bellina,
tempo per leggere i titoli, il nome di una via,
tempo per cominciare questa poesia.

- Vivian Lamarque 


Amare la vita  è non sprecarne neanche un attimo, trovare anche in ciò che pare noioso la bellezza… e quale cosa più bella che avere tempo per pensare, per guardare con stupore sempre nuovo il mondo, per leggere o scrivere un verso?



Vivian Lamarque (Tesero, 19 aprile 1946) è una scrittrice e poetessa italiana.
Ha insegnato italiano agli stranieri e letteratura in licei privati. Ha tradotto La Fontaine, Valéry, Prévert, Baudelaire. Dal 1992 scrive sul Corriere della Sera.
Il suo primo libro, Teresino, ha vinto il Premio Viareggio Opera Prima nel 1981. Tra gli altri successivi premi, il Montale (1993), il Pen Club ed il Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo (1996) nella sezione poesia, il Camajore (2003), l'Elsa Morante (2005), il Cardarelli-Tarquinia (2006). Autrice anche di molte fiabe, ha ottenuto il Premio Rodari (1997) e il Premio Andersen (2000). Gran parte della sua produzione poetica è stata raccolta nell'Oscar Mondadori Poesie 1972-2002.




Robert Doisneau (Gentilly, 14 aprile 1912 – Montrouge, 1º aprile 1994) è stato un fotografo francese, autore del famosissimo "Bacio all'Hotel de Ville".








mercoledì 12 febbraio 2014

"Piccola solitudine" di Ghiannis Ritsos



nessuna solitudine è piccola



Piccola solitudine

In un angolo del cortile, 
tra la schiuma di sapone,
alcune rose si sono piegate 

sotto il peso del loro profumo.
Nessuno ha sentito l’odore di queste rose.

Nessuna solitudine è piccola.

- Ghiannis Ritsos





Yiannis Ritsos (Monemvasia, 1 maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990) è stato un poeta greco.
Ritsos è considerato come uno dei più grandi poeti greci del ventesimo secolo, insieme a Konstantinos Kavafis, Kostis Palamas, Giorgos Seferis, e Odysseus Elytis











Catharina Klein (1861 Eylau, Prussia Orientale -1929, Berlino, Germania)
Catharina Klein è anche conosciuto come Catherine Klein. Il suo nome è stato anglicizzato al di fuori della Germania durante la prima guerra mondiale per evitare qualsiasi riluttanza a comprare il suo lavoro. Lei è talvolta erroneamente indicato come "Christine". La sua firma è "C.Klein" e di solito accompagna il suo lavoro, soprattutto in quelle cartoline e le stampe più vicine ai dipinti originali che erano in olio o tempera, l'acquerello pittura opaca.

martedì 11 febbraio 2014

"L' uno non vale l' altro" di Rosanna Bazzano



nessun giorno somiglierà a ieri né sarà come domani

Nea gallery - Napoli, presentazione di Lune d'agosto, 21.09.2012



L’ uno non vale l’altro…

Il biglietto della lavanderia
delle lenzuola a righe,
non è come quello
del mio giaccone a quadri,
e questo tuo capello bianco,
lucente nel mio reggiseno,
non è uguale a quello
caduto oggi sul lavandino,
così la prima copia di un libro
non sarà uguale a nessun’altra.
Non un giorno somiglierà a ieri
né sarà come domani,
anche se tu non lo credi,
e cambi persone e cose
come camicie sporche,
e mi dispiace questa tua cecità
che ti dissimula la gioia tiepida
d’ essermi nelle pieghe dei pensieri,
che ti sottrae la bellezza immensa
del vecchio biglietto di una mostra…


-Rosanna Bazzano


La vita è nascosta nelle piccole cose, e ciò che appare insignificante per gli altri può avere, per il singolo, grande importanza… "La preziosità di un ricordo si schiude in piccolissimi fiori…" Rosanna Bazzano

lunedì 10 febbraio 2014

"Sii gentile" di Charles Bukowski


L'età non è un crimine ma l'infamia di un' esistenza deliberatamente sprecata lo è.

Sii gentile


Ci viene sempre chiesto
di comprendere l'altrui
punto di vista,
non importa quanto sia
antiquato
stupido o
disgustoso.

Uno dovrebbe
guardare
agli errori degli altri
e alle loro vite sprecate
con
gentilezza,
specialmente se si tratta di
anziani.

Ma l'età è la somma
delle nostre azioni.
Sono invecchiati
malamente
perché hanno
vissuto
senza mettere mai a fuoco,
hanno rifiutato di
vedere.

Non è colpa loro?
Di chi è la colpa?
Mia?

A me si chiede di mascherare
il mio punto di vista
agli altri
per paura della loro
paura.

L'età non è un crimine
ma l'infamia
di un' esistenza
deliberatamente
sprecata,
in mezzo a tante
esistenze
deliberatamente
sprecate, lo è.

-- Charles Bukowski


"Sprecare la vita è un crimine, sprecare il talento, tutti ne hanno uno, è un crimine… ma quanti si accorgono che lo stanno facendo?" Rosanna Bazzano


Henry Charles Bukowski Jr., nato Heinrich Karl Bukowski (noto anche con lo pseudonimo "Henry Chinaski") (Andernach, 16 agosto 1920 – San Pedro, 9 marzo 1994) è stato un poeta e scrittore statunitense nato in Germania.
Ha scritto sei romanzi, centinaia di racconti e migliaia di poesie, per un totale di oltre sessanta libri. Il contenuto di questi tratta della sua vita, caratterizzata da un rapporto morboso con l'alcol, da frequenti esperienze sessuali e da rapporti tempestosi con le persone. La corrente letteraria a cui spesso viene associato è quella del realismo sporco.




Edward Hopper (Nyack, 22 luglio 1882 – New York, 15 maggio 1967) è stato un pittore statunitense famoso soprattutto per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea. Oggi è considerato uno dei grandi maestri americani, citato in qualche caso come precursore della Pop Art.
Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio".









domenica 9 febbraio 2014

" 'O sole " di Totò


'o sole… è tutt' 'a vita mia…



'O sole

Io songo nato addò sta 'e casa 'o sole.
'O sole me cunosce 'a piccerilio;
'o primmo vaso 'nfronte - ero tantillo-
m'ha dato quanno stevo int' 'o spurtone.
E m'ha crisciuto dint' 'e braccia soje,
scanzanname 'a malanne e malatie.
'O sole! 'O sole... è tutt' 'a vita mia...
io senza 'o sole nun pozzo campà.

- Toto'


Traduzione

Io sono nato dove abita il sole.
Il sole mi conosce da bambino;
il primo bacio in fronte - ero piccolino -
me lo ha dato quand'ero nella culla.
E mi ha cresciuto tra le sue braccia,
scansandomi malanni e malattie.
Il sole! Il sole… è tutta la vita mia…
io senza sole non posso campare.

trad. Rosanna Bazzano

Totò, nome d'arte di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, più semplicementeAntonio De Curtis (Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967), è stato un attore, commediografo, paroliere, poeta e sceneggiatore italiano. Attore simbolo del cinema comico in Italia, soprannominato «il principe della risata». È considerato, anche in merito ad alcuni suoi ruoli drammatici, uno dei più grandi interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano.
Nato Antonio Vincenzo Stefano Clemente da Anna Clemente e dal marchese Giuseppe De Curtis, fu adottato nel 1933 dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas.

Grande maschera nel solco della tradizione della Commedia dell'Arte, accostato a comici come Buster Keaton e Charlie Chaplin, ma anche ai fratelli Marx e a Ettore Petrolini; adoperò una propria unicità interpretativa, che risaltava sia in copioni puramente brillanti, sia in parti più impegnate, sulle quali puntò soprattutto verso la fine della carriera.
Totò spaziò dal teatro, con oltre cinquanta titoli, al cinema, con 97 film interpretati dal 1937 al 1967, e alla televisione, con una serie di nove telefilm diretti da Daniele D'Anza poco prima della scomparsa. I suoi film, visti da oltre 270 milioni di spettatori (un primato nella storia del cinema italiano), riscuotono ancora oggi grande successo, e talune sue battute e gag sono diventate perifrasi entrate nel linguaggio comune. Concluse la sua vita in condizioni di quasi cecità, per una grave forma di corioretinite probabilmente aggravata dalla lunga esposizione ai fari di scena.


giovedì 6 febbraio 2014

"Ho tre poesie" di Olav Hauge


una buona poesia deve odorare di tè
Vladimir Volegov, L'ora del tè


Ho tre poesie

Ho tre poesie,
disse.
Pensa, contare le poesie.
Emily le gettava
in un baule, io
non credo proprio che le contasse,
apriva solo un pacchetto di tè
e ne scriveva una nuova.
Era giusto. Una buona poesia
deve odorare di tè.
O di terra umida e legna appena tagliata.


- Olav Hauge




Olav Hakonson Hauge (18 agosto 1908-23 maggio 1994) è stato un poeta norvegese. Era nato a Ulvik e visse tutta la sua vita, lavorando come giardiniere nel suo frutteto. 
Oltre a scrivere le sue poesie, si è stato appassionato alla poesia internazionale, e ha tradotto poesie di Alfred Tennyson, William Butler Yeats, Robert Browning, Stéphane Mallarmé, Arthur Rimbaud, Stephen Crane, Friedrich Hölderlin, Georg Trakl, Paul Celan, Bertolt Brecht e Robert Bly a Norwegian. 
E 'stato anche ispirato dalla poesia classica cinese, ad esempio, nel suo poema "T` ao Ch `IEN" nella raccolta Spor vinden (Chiedere al vento). 
Le prime poesie di Hauge sono state pubblicate nel 1946, il tutto in una forma tradizionale. In seguito scrisse la poesia modernista e, in particolare, poesia concreta che ha ispirato altri, più giovani poeti norvegesi, come Jan Erik Vold.




Vladimir Volegov è nato a Chabarowsk in Russia.
Inizia a dipingere alla tenera età di tre anni. Si diploma presso la scuola d’arte "Krivoj Rog".
La sua fama è in continua ascesa. I suoi dipinti sono riconosciuti e apprezzati nel mondo internazionale dell’Arte.




"Carme 5 - Dammi mille baci" di Gaio Valerio Catullo


dammi mille baci e ancora cento
Antonio Canova, Amore e Psiche giacenti (particolare)



Carme 5

Godiamoci la vita, mia Lesbia, l'amore,

e il mormorio dei vecchi inaciditi

consideriamolo un soldo bucato.

I giorni che muoiono possono tornare,

ma se questa nostra breve luce muore

noi dormiremo un'unica notte senza fine.

Dammi mille baci e ancora cento,

dammene altri mille e ancora cento,

sempre, sempre mille e ancora cento.

E quando alla fine saranno migliaia

per scordare tutto ne imbroglieremo il conto,

perché nessuno possa stringere in malie

un numero di baci cosí grande.



- Catullo 
Traduzione di  Mario Ramous



Gaio Valerio Catullo (in latino: Gaius Valerius Catullus Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.) è stato un poeta romano












Antonio Canova (Possagno, 1º novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822) è stato uno scultore e pittore italiano, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo e soprannominato per questo "il nuovo Fidia".

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lunedì 3 febbraio 2014

"La costruzione di un amore" Ivano Fossati



la costruzione di un amore spezza le vene delle mani
Daniela Rebecchi, Amore



La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

La costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un'altare di sabbia
in riva al mare

La costruzione del mio amore
mi piace guardarla salire
come un grattacielo di cento piani
o come un girasole

Ed io ci metto l'esperienza
come su un albero di Natale
come un regalo ad una sposa
un qualcosa che sta lí
e che non fa male

E ad ogni piano c'è un sorriso
per ogni inverno da passare
ad ogni piano un Paradiso
da consumare

Dietro una porta un po' d'amore
per quando non ci sarà tempo di fare l'amore
per quando vorrai buttare via
la mia sola fotografia

E intanto guardo questo amore
che si fa piú vicino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

E sono qui
e mi meraviglia
tanto da mordermi le braccia,
ma no, son proprio io
lo specchio ha la mia faccia

Sono io che guardo questo amore
che si fa più vicino al cielo
come se dopo l'orizzonte
ci fosse ancora cielo

E tutto ció mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso

E la fortuna di un amore
come lo so che può cambiare
dopo si dice l'ho fatto per fare
ma era per non morire

Si dice che bello tornare alla vita
che mi era sembrata finita
che bello tornare a vedere
e quel che è peggio è che è tutto vero
perché

La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

La costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un'altare di sabbia
in riva al mare

E intanto guardo questo amore
che si fa piú vicino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

E sono qui
e mi meraviglia
tanto da mordermi le braccia,
ma no, son proprio io
lo specchio ha la mia faccia

Sono io che guardo questo amore
che si fa grande come il cielo
come se dopo l'orizzonte
ci fosse ancora cielo

E tutto ció mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso

Sì. 


- Ivano Fossati



Ivano Alberto Fossati (Genova, 21 settembre 1951) è un polistrumentista, cantautore e compositore italiano.








Daniela Rebecchi (Roma 1951) è una pittrice italiana.
Il quadro è postato per gentile concessione dell'autrice.













Una grande Mia Martini, ironica nelle considerazioni ante esibizione, immensa nell'interpretazione di un testo meraviglioso…