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sabato 31 gennaio 2015

da "L'Olivo Saraceno" di Rosanna Bazzano


31 gennaio 2009 




Non sanno cosa dicono,
 né quando mi descrivono come una "tosta"
né quando mi descrivono come una snob,
continuano da soli a scavare un fossato tra il mio essere e il loro
e da così distante saranno sicuri di aver ragione,
perché non potranno più vedere né la mia fragilità né la mia umanità.




Vi siete mai posti la domanda più difficile al mondo?
Vi siete mai chiesti chi siete?
Io me lo chiedo spesso e la risposta resta sempre uguale: “Non so…”
Voglio dire che è uno sforzo immane conoscersi e capirsi, perché, proprio quando credi di aver capito quasi tutto di te, ecco che la vita ti sorprende, anzi sei tu stesso a sorprendere la vita e te, come uno spauracchio saltato su da una scatola di legno.
So’ che mi vedo un po’ come un olivo, un olivo saraceno visto che nasco in Sicilia.
Ecco, questa è a sommi capi l’idea che ho di me: un albero che cresce in disparte in cima a una collina; le foglie un po’ pungenti, il tronco che si torce, ma generoso dalla chioma, al frutto, al legno tenace.

Se dunque è così difficile capire se stessi, come si può immaginare di capire gli altri, spiare magari dal buco della serratura dei suoi versi, interpretarne la vita e gli umori, da poche parole, la cui composizione è frutto d’innumerevoli fattori interni ed esterni.
Si crede di capire, si immagina, ma in fondo vediamo solo la nostra immagine riflessa, inutile cercare il gossip sull’autore, perché, anche se talvolta il significato sembra apparire così chiaro... ciò che è troppo chiaro a volte abbaglia.
Il senso di una poesia è in ognuno di noi, è esattamente quello che noi vorremmo avesse.
E’ però mia intenzione provare di tanto in tanto a scrivervi lo spartito di questa melodia, ed alternarlo a piccoli racconti che pure nascono dall’elaborazione della mia visione della vita, della mia fetta di realtà.
Non scrivo per tanto scrivere, né per vanità, né scrivo per vivere, e questo mi pare ovvio… piuttosto potrei dire che vivo scrivendo.
Scrivere è il mio modo di comunicare con la vita, di interagire col mondo, con gli stimoli che mi fornisce.

L’espressione esatta è “mi scappa di scrivere”.


L'Olivo Saraceno è il titolo del mio primo libro, un'autobiografia in versi e prosa, quasi una giustificazione al mio scrivere, al mio esistere nell'economia della storia del mondo.

Il volume è da tempo esaurito, ma di recente mi è stato chiesto di riscriverlo in vista di una nuova pubblicazione, non so se vorrò farlo, ma in tanto vi ne posto l'incipit leggermente riveduta, oggi, in occasione del mio compleanno. 




martedì 27 gennaio 2015

"C'è un albero dentro di me" di Nazim Hikmet


c'è un albero dentro di me
Gustave Klimt, L'albero della vita (completo de L'attesa e L'abbraccio)



C'è un albero dentro di me
trapiantato dal sole
le sue foglie oscillano
come pesci di fuoco
le sue foglie cantano come usignoli...
è un pezzo già
che i viaggiatori sono scesi
dai razzi del pianeta ch'è in me
parlano una lingua che ho udito in sogno
non ordini non vanterie non preghiere...
in me c'è una strada bianca
le formiche passano coi semi di grano
i camion passano col chiasso delle feste
ma il carro funebre
- è proibito -
non può passare
in me il tempo rimane
come una rossa rosa odorosa
che oggi sia venerdì domani sabato
che il più di me sia passato
che resti il meno
non importa .


- Nazim Hikmet
(Trad. di Joyce Lussu)


Il dipinto di Klimt che ho scelto per questo post è per me simbolico della forza vitale dell'amore, composto di tre pannelli, vede al centro un albero d'oro e ai lati due composizioni intitolate L'attesa e L'abbraccio. 
La centralità della vita che si concretizza nell'abbraccio (pienezza dell'amore) come  realizzazione dell'attesa (dell'amore stesso).
Perché la Vita e l'Amore si sovrappongono come espressione stessa dell'esistenza umana. 

"Lasciare seccare dentro di noi la radice dell'amore equivale a fare morire la parte vitale della nostra anima." Rosanna Bazzano



Nâzım Hikmet-Ran, in italiano spesso scritto Nazim Hikmet (Salonicco, 20 novembre 1901 – Mosca, 3 giugno 1963), è stato un poeta, drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco. Definito "comunista romantico" o "rivoluzionario romantico", è considerato uno dei più importanti poeti turchi dell'epoca moderna.









Gustav Klimt (Vienna, 14 luglio 1862 – Neubau, 6 febbraio 1918) è stato un pittore austriaco, uno dei massimi esponenti dell'Art Nouveau (stile Liberty, in Italia), protagonista della secessione viennese.

domenica 25 gennaio 2015

"Scirocco" di Nello De Lutio


a chest'ora, mpunto 'e quatto arrivave sempe tu...
James Hart Dyke, Awaiting in th hotel




Scirocco

Cchiù nguttuso 'e chistu tiempo
ca vo' chiovere e nun chiove,
niente, niente, nun se smove
stu turmiento 'a pietto a me!

Cu sti nuvole pesante
mo cchiù grigge, mo cchiù nere,
'a quant'ore sti penziere
songo scure comm' a che!

È na cappa 'e chiummo 'o cielo
ncopp' 'a terra, ncopp' 'o mare:
tutto cosa attuorno pare
nfuso ' a chesta ummidità,

ca se mmesca a n'afa 'e fuoco
e cchiù stracquo uno se sente.
Nun me tene 'e fa cchiù niente,
durmarria n'eternità!

Sta tristezza cupa cupa,
tutt' 'o juorno, 'e me che ha fatto!
A chest'ora: mpunto 'e quatto
arrivave sempe tu...

Ma c'è stata, qualche vota,
ncopp' 'a terra, 'o sole e 'ammore?
O fuie suonno 'e chistu core,
ca nun crede a niente cchiù?

- Nello de Lutio 



Diamo sempre per scontate troppe cose, il sole, il bel tempo, la buona sorte, le presenze care...

"Chi potrà perdonarci per l'amore sprecato?"
Rosanna Bazzano



Le biografie le aggiungerò in giornata

venerdì 23 gennaio 2015

"Superficialità" di Marina Cvateva

superficialità! - caro peccato
John William Waterhouse, Vanity


Superficialità

Superficialità! – Caro peccato,
compagna mia e nemica mia carissima!
Tu versasti il sorriso nei miei occhi,
e la mazurka in tutte le mie vene.
Da te ho imparato a non tener l'anello,
non m'avrebbe la vita presa in sposa!
A cominciare a caso, dalla fine,
e a finire però sempre daccapo.
A essere fuscello, e essere acciaio,
in questa vita, in cui si può sì poco...
A scioglier la tristezza con la cioccolata,
e a sorridere in viso a chiunque passa!
- Marina Cvateva


La superficialità viene vista sempre come un peccato... altrui!
Appartiene invece a tutti, prima o poi, ed è salvifica, specie nelle donne, in generale più introspettive e quindi inclini ad essere più "pedanti"...

"Con alcune persone essere superficiali è preferibile, meglio non guardarle dentro, meglio per loro..."                                                                Rosanna Bazzano



Marina Ivanovna Cvetaeva, o Svetaeva, in russo: Мари́на Ива́новна Цвета́ева, pronunciato Zvetàieva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941), è stata una poetessa e scrittrice russa.
Nata a Mosca, fu una delle voci più originali della poesia russa del XX secolo e l'esponente più di spicco del locale movimento simbolista; il suo lavoro non fu ben visto dal regime staliniano, anche per via di opere scritte negli anni venti che glorificavano la lotta anticomunista dell'"armata bianca", in cui il marito Sergej Jakovlevič Efron militava come ufficiale; quest'ultimo, insieme al figlio e alla stessa Cvetaeva lasciarono Parigi per Mosca nel 1939, per poi venire arrestati e sparire. La poetessa rimasta sola, smarrita, una domenica d'estate del 1941 s'impicca nella camera che ha affittato nella casetta di due pensionati. La riabilitazione della sua opera letteraria avvenne solo a partire dagli anni sessanta, vent'anni dopo la sua morte.

La poesia della Cvetaeva unisce l'eccentricità a un rigoroso uso della lingua, non priva di metafore paradossali. Se durante la prima fase creativa, Cvetaeva risentì dell'influenza di Majakovskij e del suo vigore poetico, in seguito se ne distaccò grazie alla sua cultura basata sui romantici tedeschi, e quindi si accostò maggiormente sia a Pasternak sia all'animo poetico di Puskin.

Tra i suoi temi rientrano l'emotività e la sessualità femminili.



John William Waterhouse (Roma, 6 aprile 1849 – Londra, 10 febbraio 1917) è stato un pittore britannico di epoca vittoriana ultimo rappresentante dello stile dei preraffaelliti. È noto soprattutto per i suoi soggetti mitologici e per le protagoniste femminili dei suoi dipinti, incarnazioni di grazia o donne fatali.






lunedì 19 gennaio 2015

"I veri innamorati" di Sara Teasdale


amò di amore sconfinato e muto un solo uomo
Peder Severin Krøyer, Marie a Ravello, (1891)



I veri innamorati
Tacciono il proprio amore i veri innamorati:
Isotta ed Eloisa, nei giardini del cielo profumati,
Deirdre, Ginevra, Francesca e ogni amante fanciulla
preferiscono tacere, non parlare di nulla –
o se parlano, scelgono argomenti
di futile spessore, del tutto inconsistenti.

Ed una donna io stessa ho conosciuto
che amò d’amore sconfinato e muto
un solo uomo, lottando senza posa,
senza parlarne, indomita e orgogliosa.
Ma se udiva il suo nome anche per caso,
una luce le illuminava il viso.

- Sara Teasdale, traduzione di Silvio Raffo




Credo si possa amare in silenzio, e nell'ombra, ma credo anche che costi troppa fatica perché lo si possa fare per storielle di letto.

Credo si possa lottare per un amore, ma credo che ne valga la pena se dall'altro lato c'è un uomo che lotta per lo stesso sentimento.

"Attenzione a non scambiare per amore ciò che invece è banale ardore."  Rosanna Bazzano                                                            




Sara Teasdale (St. Louis, 8 agosto 1884 – 29 gennaio 1933) è stata una poetessa statunitense.








Peder Severin Krøyer, o Krøyer (Brabrasa, 23 luglio 1851 – 21 novembre 1909), è stato un pittore impressionista norvegese naturalizzato danese.

sabato 17 gennaio 2015

"Buona notte" di Percy Bysshe Shelley


cattiva è la notte che stacca quelli che dovrebbe unire
Brassai, Cuple d'amoreux, rue Croulebarbe - quantrier Italie, 1932



Buona notte
Buona notte? ah no, cattiva è la notte
che stacca quelli che dovrebbe unire;
restiamo ancora insieme, e allora sì,
allora sì sarà una buona notte.

Come chiamare buona la notte solitaria,
benché il tuo dolce augurio acceleri il suo volo?
Non dirlo, no! non lo pensare proprio;
allora sì, sarà una buona notte.

Per cuori che vicino l’uno all’altro
si muovono da sera fino all’alba,
la notte è buona, amore mio, perché
loro non dicono buona notte mai.

- Percy Bysshe Shelley




Per gli innamorati separarsi è sempre fonte di sofferenza, seppure lieve e passeggera

Una delle più belle frasi d'amore che mi sia stata indirizzata è:

"A domani. Non sapevo che la notte avesse così tante ore…" (cit.)




Percy Bysshe Shelley, (Field Place, Sussex, 4 agosto 1792 – mare di Lerici, 8 luglio 1822), è stato un poeta inglese, uno dei più grandi poeti romantici. 










Gyula Halász, conosciuto con lo pseudonimo di Brassaï (Braşov, 9 settembre 1899 – Èze, 8 luglio 1984), è stato un fotografo ungherese naturalizzato francese.






giovedì 15 gennaio 2015

"In mostra" di Rosanna Bazzano

c'eravamo io e te al principio, ed era il 1933
Henry Cartier Bresson, par Ligne Roset, 1933



In mostra

C'eravamo io e te
al principio,
ed era il 1933,
sceglievamo il divano
dove staresti, se fossi
nel tempo verbale appropiato.
Ed eravamo giovani,
e io sorridevo,
finalmente,
e tu indicavi il punto esatto
dove avresti segnato col tempo
la mappa del tuo culo tondo.
Dal bianco e nero,
dall'argento dei sali
delle stampe, 
sale il rumore vuoto
del già stato.
Cado, mi schiaccio,
non vista arranco…
Cado in questo vuoto d'aria,
che mi precipita,
su questa sedia
che mi somiglia,
meraviglia imperfetta,
dove riposano
due gambe stanche
che hanno fatto
tanta strada per amarti,
trentaquattro vertebre confuse
tra volontà e dolore,
una testa
che chiede una resa
ad un cuore caparbio.


- Rosanna Bazzano



Una fotografia è un attimo fissato in eterno, come i versi fissano un'emozione.

Come si fissano le storie d'amore?
Con la fatica, l'impegno, il cercarsi costantemente, la caparbietà di entrambi i soggetti

"L'amore è una mano tesa verso una mano tesa."
                                                       Rosanna Bazzano




Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, 22 agosto 1908 – L'Isle-sur-la-Sorgue, 3 agosto 2004) è stato un fotografo francese, è considerato un pioniere del foto-giornalismo, tanto da meritare l'appellativo di "occhio del secolo". Teorico dell'istante decisivo in fotografia, ha anche contribuito a portare la fotografia di stampo surrealista (ispirata a Eugène Atget) ad un pubblico più ampio.






martedì 13 gennaio 2015

"Sono un tranquillante" di Wislawa Szymborska



Sono un tranquillante,
Agisco in casa,
funziono in ufficio,
affronto gli esami,
mi presento all'udienza,
incollo con cura le tazze rotte -
devi solo prendermi,
farmi sciogliere sotto la lingua,
devi solo mandarmi giù
con un sorso d'acqua.
So come trattare l'infelicità,
come sopportare una cattiva notizia,
ridurre l'ingiustizia,
rischiarare l'assenza di Dio,
scegliere un bel cappellino da lutto.
Che cosa aspetti -
fidati della pietà chimica.
Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
dovresti sistemarti in qualche modo.
Chi ha detto che la vita va vissuta con coraggio?
Consegnami il tuo abisso -
lo imbottirò di sonno.
Mi sarai grato (grata) per la caduta in piedi.
Vendimi la tua anima.
Un altro acquirente non capiterà.
Un altro diavolo non c'è più.

- Wislawa Szymborska


I farmaci risolvono, aiutandoci a nascondere meglio la realtà che non vogliamo vedere…








Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012) è stata una poetessa e saggista polacca.

Premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni.















Francine Van hove , nata nel 1942 a Parigi, è una pittrice contemporanea francese. Caratteristica particolare della sua pittura è quella di rappresentare con dolcezza e realismo figure femminili, immerse nella scena del quotidiano.







lunedì 12 gennaio 2015

"Sono una donna" di Joumana Jo Haddad

io sono libera prima e dopo di loro
foto dal web


Sono una donna
Nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in silenzio
chi vedo quando chiudo gli occhi
come vengo sospinta quando vengo sospinta
cosa cerco quando lascio libere le mani.
Nessuno, nessuno sa
quando ho fame quando parto
quando cammino e quando mi perdo,
e nessuno sa
che per me andare è ritornare
e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera
e la mia forza è una maschera,
e quel che seguirà è una tempesta.
Credono di sapere
e io glielo lascio credere
e io avvengo.
Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà
fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro,
con loro e senza loro
sono libera nella vittoria e nella sconfitta.
La mia prigione è la mia volontà!
La chiave della mia prigione è la loro lingua
ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio
desiderio
e il mio desiderio non riusciranno mai a domare.
Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia loro proprietà
e io glielo lascio credere
e avvengo.


- Joumana Haddad


La proprietà di un essere umano è sempre una "proprietà in concessione", se l'essere umano è donna poi
Anni di abusi di potere sul sesso ritenuto debole, più o meno palesi,  hanno fatto sì che l'istinto animale di difesa e libertà, sviluppasse nelle donne una sorta di capacità di fuga, fisica e mentale, una capacità di difesa sulla distanza, di attacco a sorpresa.

"Non importa che ti sia sempre stata amica, se fai del male ad una donna, prima o poi te la farà pagare, indossando lo stesso largo sorriso." 
                                                                                           Rosanna Bazzano

venerdì 9 gennaio 2015

"Vieni con me!" di Hermann Hesse


Dietro il bosco ed il colle aspetta il mio cavallo rosso…
Marc Chagall, Cavallo alato



Vieni con me!
Devi affrettarti però -
sette lunghe miglia
io faccio ad ogni passo.
Dietro il bosco ed il colle
aspetta il mio cavallo rosso.
Vieni con me! Afferro le redini -
vieni con me nel mio castello rosso.
Lì crescono alberi blu
con mele d'oro,
là sogniamo sogni d'argento,
che nessun altro può sognare.
Là dormono rari piaceri,
che nessuno finora ha assaggiato,
sotto gli allori baci purpurei -
Vieni con me per boschi e colli!
tieniti forte! Afferro le redini,
e tremando il mio cavallo ti rapisce.


-- Hermann Hesse


Versi per descrivere un sogno, surreale nel suo colore quanto nella sua descrizione,  ma realistico nella sua essenza: chiedere l'amore, all'amore…

"Il tempo per fare felici gli altri è quello in cui gli altri ci chiedono la felicità…" 
                                                 Rosanna Bazzano 





Hermann Hesse (Calw, 2 luglio 1877 – Montagnola, 9 agosto 1962) è stato uno scrittore, poeta, aforista e pittore tedesco naturalizzato svizzero. Ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1946.

La sua produzione, in versi e in prosa, è vastissima e conta quindici raccolte di poesie e trentadue tra romanzi e raccolte di racconti. I suoi romanzi più famosi sono Peter Camenzind (1904), Gertrud (1910), Demian (1919), Siddharta (1922), Il lupo della steppa (1927), Narciso e Boccadoro (1930) Il gioco delle perle di vetro (1943).
I suoi lavori rispecchiano il suo interesse per l'esistenzialismo, lo spiritualismo, il misticismo, non meno della filosofia indù e buddhista.




Marc Chagall (Vitebsk, 7 luglio 1887 – Saint-Paul-de-Vence, 28 marzo 1985) è stato un pittore russo naturalizzato francese, d'origine ebraica.







mercoledì 7 gennaio 2015

"Se ti ricordo" di Rosanna Bazzano

…e ti ritroverò nel mare a gennaio
Edward Hopper, Good Harbor beach





Se ti ricordo


…e ti ritroverò,

nel mare a gennaio,

nei boschi d’ottobre,

e nelle ciliegie,

le ciliegie a giugno,

sull’albero,

rosse tra le foglie verdi…



- Rosanna Bazzano



La nostra memoria è quanto di più prezioso abbiamo, in essa è la sede dei nostri ricordi, belli o brutti non importa, ma ci dice chi siamo e chi siamo stati…
Un suono, un colore, un odore aprono in noi infiniti spazi e un caleidoscopio di emozioni…

" Siamo il filo di perle dei nostri ricordi; più o meno perfette, più o meno preziose, tutte indispensabili per essere chi siamo oggi."
                                                    Rosanna Bazzano


lunedì 5 gennaio 2015

"Terra mia" di Pino Daniele

comm'è triste e comm'è amaro

Addio, Pino…




Terra mia

Comm'è triste, comm'è amaro
assettarse pe guardà' 

tutt'e ccose ptutt'è parole 
ca niente pònno fa'
Si m'accido ie agg'jettato 
chellu ppoco 'e libertà
ca sta' terra, chesta gente 
'nu juorno m'adda da'
Terra mia terra mia
comm'è bello a la penzà'
Terra mia terra mia
comm'è bello a la guardà
Nun è overo nun è sempe 'o stesso
tutt'e juorne po' cagnà'
ogge è deritto, dimane è stuorto
e chesta vita se ne và
'E vvecchie vanno dint' a cchiesa
cu 'a curona pe prià'
e 'a paura 'e chesta morte
ca nun ce vo' lassa' 

Terra mia terra mia
Tu si' chiena 'e libbertà
Terra mia terra mia
Io mo sento 'a libbertà. 

- Pino Daniele



"'A paura 'e chesta morte ca nun ce vo' lassa'" Pino Daniele

E così ci hai lasciati, vivendoti l'eterna paura dell'uomo, attraversando quel confine che tutti temiamo, come scrivevi nei versi di questo tuo successo. 
Ci hai lasciati orfani delle tue parole, della tua musica, certamente più poveri e smarriti in un panorama autoriale che arranca e largamente sdrucciola nell' insulso e nel banale di una poetica patetica, di facili sentimenti ed oleografia.
La terra tua ti ringrazia di essere stato, di averci dato tanto, perché le parole sono nutrimento dello spirito e della coscienza, e le tue non erano "sulo pe parlà"… Addio Pino.



Terra mia…


Giuseppe Daniele, detto Pino (Napoli, 19 marzo 1955 - Magliano in Toscana, 05 gennaio 2015), è un cantautore e chitarrista italiano.











giovedì 1 gennaio 2015

"L'anno nuovo" di Gianni Rodari

anche quest'anno sarà come gli uomini lo faranno
Buon anno!



L’anno nuovo

Indovinami, indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?

“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”.


-- Gianni Rodari



C'è, negli auguri che facciamo e riceviamo, almeno un fondo di retorica; sono propiziatori tanto per dire, e si avverano per volontà del caso.
A chi ha avuto un 2014 felice, dirò che conosce la formula, ne faccia buon uso nel 2015.
A chi, come me, ha avuto un 2014 pesante, dirò che conosce i suoi errori, ne faccia esperienza perché il 2015 sia migliore.
Bandito rincorrere utopie, piuttosto darsi mete possibili e raggiungerle, magari cadendo e rialzandosi, aggiustando la mira, magari anche cambiando bersaglio.

"Doniamo felicità, pretendiamo felicità. La gratuità è la bugia che raccontano i furbi ai perdenti."
                                                                 Rosanna Bazzano





Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980) è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in testi per bambini e ragazzi e tradotto in moltissime lingue. Vincitore del prestigioso Premio Hans Christian Andersen (edizione 1970), fu uno tra i maggiori interpreti del tema "fantastico" nonché, grazie alla Grammatica della fantasia, sua opera principale, uno fra i principali teorici dell'arte di inventare storie.