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venerdì 31 gennaio 2014

"Samba della Rosa" di Vinicio de Moraes



Buon compleanno a me!






Samba della Rosa

Rosa da vedere

Rosa da sognare

Rosa da volere

Rosa da strappare

Rosa da vestire

Rosa da spogliare

Rosa da capire

e da perdonare

Rosa da servire

e da imprigionare

Rosa da impazzire

Rosa da implorare

Rosa da fuggire

e da ritrovare

E se c'è una rosa

donna di più

È primavera:

una rosa tu sei

vieni a piantare

una rosa

nei sogni miei…




-Vinicio de Moraes

E oggi, permettetemi, tanti auguri a me!



mercoledì 29 gennaio 2014

"Solitudine" di Rainer Maria Rilke



la solitudine scorre insieme ai fiumi
Baladine Klossowska - Maria Rainer Rilke sur un divan, 1922 




Solitudine

La solitudine è come la pioggia.

Si alza dal mare verso sera;

dalle pianure lontane, distanti,

sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.

E proprio dal cielo ricade sulla città.


Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,

allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino

e i corpi, che nulla hanno trovato,

delusi e affranti si lasciano l'un l'altro;

e persone che si odiano a vicenda

sono costrette a dormire insieme in un letto unico:

è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.


- Rainer Maria Rilke





Rainer Maria Rilke, nome completo René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Montreux, 29 dicembre 1926), è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo austriaco di origine boema.
È considerato uno dei più importanti poeti di lingua tedesca del XX secolo.




Elisabeth Dorothea Spiro, conosciuta come Baladine Klossowska o Klossowska (Breslavia, 1886 – 1969), è stata una pittrice polacca.
Baladine Klossowska o Klossowska fu un pittrice del Novecento europeo. È stata la madre del pittore Balthus e dello scrittore Pierre Klossowski e fu l'ultima amante del poeta Rainer Maria Rilke





Rilke e Baladine Klossowska (circa 1923)



lunedì 27 gennaio 2014

"Pane e coraggio" di Ivano Fossati


pane e coraggio ci vogliono ancora




Pane e coraggio


Proprio sul filo della frontiera
il commissario ci fa fermare
su quella barca troppo piena
non ci potrà più rimandare
su quella barca troppo piena
non ci possiamo ritornare.

E sì che l'Italia sembrava un sogno
steso per lungo ad asciugare
sembrava una donna fin troppo bella
che stesse lì per farsi amare
sembrava a tutti fin troppo bello
che stesse lì a farsi toccare.

E noi cambiavamo molto in fretta
il nostro sogno in illusione
incoraggiati dalla bellezza
vista per televisione
disorientati dalla miseria
e da un po' di televisione.

Pane e coraggio ci vogliono ancora
che questo mondo non è cambiato
pane e coraggio ci vogliono ancora
sembra che il tempo non sia passato
pane e coraggio commissario
che c'hai il cappello per comandare
pane e fortuna moglie mia
che reggi l'ombrello per riparare.

Per riparare questi figli
dalle ondate del buio mare
e le figlie dagli sguardi
che dovranno sopportare
e le figlie dagli oltraggi
che dovranno sopportare.

Nina ci vogliono scarpe buone
e gambe belle Lucia
Nina ci vogliono scarpe buone
pane e fortuna e così sia
ma soprattutto ci vuole coraggio
a trascinare le nostre suole
da una terra che ci odia
ad un'altra che non ci vuole.

Proprio sul filo della frontiera
commissario ci fai fermare
ma su quella barca troppo piena
non ci potrai più rimandare
su quella barca troppo piena
non ci potremo mai più ritornare.
- Ivano Fossati


Un testo toccante di uno dei più poetici cantautori italiani… 

Pane e coraggio




Ivano Alberto Fossati (Genova, 21 settembre 1951) è un polistrumentista, cantautore e compositore italiano.









domenica 26 gennaio 2014

"Parola d'ammore" di Ferdinando Russo



'stu core… quanno parla cu vvuje nun penz' all'ate
Jean Honoré de fragonard, Dichiarazione d'amore



Parola d'ammore

Io mo nun saccio addò v' aggia 'ncuntrata !
Me parite 'na faccia cunusciuta ...
O puramente n' aggia visto a n' ata ?
O fosse 'mpressione c' aggia avuta ?
Cierti vvote … n' antica nnammurata ...
'na scasualità ca v' è venuta …
ca, traffecanno pe' 'na stessa strada,
uno se 'ncontra sempe, e pò saluta ...

Nun è accussì ca v' aggio salutata ?
Che ssà ? ... Nun ve vedevo 'a tantu tiempe ! ...
O fosse stato suonno int' a nuttata,
c' uno se sonna ca v' ha vista sempe ?
Io nun v' 'o ssaccio dì ! Na mossa, è stata !
Chest' è ccerto ! Accussì spuntània e schietta,
ca nun vulenno 'a mana s' è truvata
a fà 'sta scappellata cu 'a paglietta ! ...

Ve cerco scusa! ... Vui nun me sapite
E' troppo ggiusto ! ... E ve meravigliate ...
Ma il saluto è degli Angeli, vedite ...
e 'a n' angiulella vui rassumigliate …
Penzate ca sò spinto ? ... V' arrussite !? …
Ma è 'stu core ca parla! E ... me credite ?
Quanno parla cu vuje, nun penza all'ate …

- Ferdinando Russo


Traduzione

Io non ricordo dove vi ho incontrata!
Mi sembrate un viso conosciuto…
O forse vi confondo con un'altra?
È forse un impressione che ho avuta?
A volte… una vecchia fidanzata…
una casualità che vi è venuta…
che frequentando la stessa strada
uno s'incontra sempre, e poi saluta…

Non è così che vi ho salutata? 
Che so?… Non vi vedevo da tanto tempo!…
O è stato sogno nella notte,
che ho sognato di avervi vista sempre?
Io non so spiegarvelo! Una gesto è stato!
Questo è certo! Così spontanea e schietta,
che senza volerlo la mano si è trovata
a fare una scappellata con la paglietta!…

Vi chiedo scusa!… Voi non mi conoscete
È troppo giusto!… E vi meravigliate…
Ma il saluto è degli angeli, vedete…
e a un angioletto voi rassomigliate…
Pensate che sono sfacciato? Arrossite !?
Ma è questo cuore che parla! E… mi credete?
Quando parla con voi non pensa agli altri!

Trad. Rosanna Bazzano




Ferdinando Russo (Napoli, 25 novembre 1866 – Napoli, 30 gennaio 1927) è stato un poeta e autore di canzoni napoletane e in italiano.
(La bio di wikipedia, in questo caso, dice veramente nulla. Prometto di stilare una bio che renda meglio l'idea del grandissimo poeta che è stato  don Ferdinado.)










Jean-Honoré Fragonard (Grasse, 5 aprile 1732 – Parigi, 22 agosto 1806) è stato un pittore francese, importante esponente del rococò e uno dei maggiori artisti francesi del XVIII secolo.


venerdì 24 gennaio 2014

"Voglio…" di Mary Dorcey


Voglio appoggiarmi a te, come si fa d'estate…
Leonid Afremov, Pioggia in amore




Estate

Voglio camminare lungo un viale d'estate
Voglio un viale alberato, la mano
lungo il tuo polso, 

un arco di rami sulle nostre teste, 
il riflesso della filigrana delle foglie, 
la luce striata che spalanca
il sentiero davanti a noi. 

Il lago avvolto dalla bruma nel
torpore immobile del tardo pomeriggio.
Voglio che gli uccelli cantino – così tanti
da non poterne dire il nome o il numero.
Voglio appoggiarmi a te,
come si fa d’estate, camminando lungo un viale.
Voglio sussurrarti all’orecchio: ti voglio,
come si fa con questo tempo,
disinvolta, senza bisogno di risposte,
con il braccio attorno ai tuoi fianchi.


- Mary Dorcey (in POESIA n. 286, ottobre 2013, Crocetti Editore)


Posto che stare con chi si ama è sempre bello, come si fa, dopo tanti giorni di pioggia, a non desiderare una passeggiata estiva?



Mary Dorcey (nata nel 1950) è una scrittrice e poetessa irlandese.











Leonid Afremov (nato il 12 Luglio, 1955 a Vitebsk , Bielorussia ) è un moderno artista impressionista russo-israeliano che lavora prevalentemente con un coltello e gli oli t

giovedì 23 gennaio 2014

"Lei (She)" versione italiana



Lei (She)





Lei, forse sara' la prima che io non potro' dimenticar
la mia fortuna o il prezzo che dovro' pagar
lei, è la canzone nata qui che ha gia' cantato chissa' chi
l'aria d'estate che ora c'e' nel primo autunno su di me
Lei, la schiavitu' la liberta' il dubbio la serenita'
preludio a giorni luminosi oppure bui
Lei, sara' lo specchio dove io riflettero' progetti e idee
il fine ultimo che avro', da ora in poi

Lei, cosi' importante cosi' unica dopo la lunga solitudine
intransigente e imprevedibile
Lei, forse l'amore troppo atteso che
dall'ombra del passato torna a me per starmi accanto fino a che vivro'

Lei, a cui io non rinuncerei sopravvivendo accanto a lei
ad anni combattuti ed avversita'
Lei, sorrisi e lacrime da cui prendono forma i sogni miei
ovunque vada arriverei a passo a passo accanto a lei…


Tous les visages de l'amour è una canzone del cantante Charles Aznavour. 
È un singolo pubblicato nel 1974. La canzone è composta da Herbert Kretzmer.
Tra il 1974 e il 1975, la canzone viene poi registrata da Charles Aznavour in lingua inglese con il titolo She, in lingua italiana con il titolo Lei (in collaborazione con il compositore Giorgio Calabrese), in lingua spagnola con il titolo Ella e in lingua tedesca con il titolo Sie.

Dite la verità, amiche donne, vi piacerebbe vi venisse dedicata!…
A me non è mai accaduto… anzi a questa canzone è legato un aneddoto della mia vita:
c'è stato un ragazzo che avrei voluto me la dedicasse, uno solo… Ma lui invece di gratificarmi dedicandomela… con una cieca gelosia si limitava a formulare strampalate ipotesi su chi me l'avesse già dedicata… 
Ufficio complicazione affari semplici…

Uomini dedicatela, non solo a chiacchiere, con la vostra vita…




Charles Aznavour, nome d'arte di Chahnourh Varinag Aznavourian (Parigi, 22 maggio 1924), è un cantautore, attore e diplomatico francese di origine armena.
Noto con il soprannome di Charles Aznavoice, ma anche detto il "Frank Sinatra della Francia", canta in sette lingue e si è esibito in molte parti del mondo. Ha dato lustro alla Francia ed è stato insignito della Legion d'Onore. È ambasciatore dell'Armenia in Svizzera dal 12 febbraio 2009.
Charles Aznavour ha venduto oltre 300 milioni di dischi nel mondo.

mercoledì 22 gennaio 2014

"Il giardino" di Jacques Prevert


un mattino, nella luce dell'inverno…
Pierre Auguste Renoir, Cogliendo un fiore, 1875




Il giardino 

Mille anni e poi mille 
non possono bastare 
per dire 
la microeternita' 
di quando m' hai baciato 
di quando t' ho baciata, 
un mattino nella luce dell' inverno 
al Parc Montsouris a Parigi, 
a Parigi 
sulla terra, 
sulla terra che e' un astro. 

- Jacques Prevert

Ci sono baci che non si possono  dimenticare…



Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977) è stato un poeta e sceneggiatore francese.













Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919) è stato un pittore francese, tra i massimi esponenti dell'Impressionismo.











lunedì 20 gennaio 2014

"Regalami un tuo verso" di Rosanna Bazzano


Rosanna e Sebastiano Bazzano



Regalami un tuo verso

Regalami un tuo verso,
uno solo,
dedicato al vento
o al mare,
alla guerra o alla fame,
ad un qualsiasi amore,
non importa.

Donami un tuo verso,
sconosciuto
senza essere estraneo,
tenero,
come i tuoi occhi,
schietto,
come ogni tuo sorriso.

Quel verso fanciullo
celato in ogni ruga
ed in ogni tuo capello bianco.
Donami un verso caldo
che ricopra
i miei nevosi inverni
un verso
ma che sia sonoro,
che refoli
in ogni silenzioso anfratto,
un verso luminoso
che riluca,
lanterna al mio architrave.

Donami un verso
dal tuo cuore di quercia,
per quando sarò stanca,
donami un verso
dal tuo cuore di pane,
per quando avrò fame,
donami un verso
dal tuo cuore d’uomo,
per quando avrò paura.

Donami un verso,
uno,
uno soltanto,
dal tuo cuore di padre
al mio cuore di figlia.


- Rosannna Bazzano 


Oggi 20 gennaio, per i cattolici, ricorre San Sebastiano martire. Con questo post i miei personali auguri all'uomo più importante della mia vita… 

(Mio padre è il primo poeta che io abbia conosciuto, ma i suoi scritti nessuno sa dove siano, li ho intravisti una volta sola da ragazzina, poi spariti…)


Rosanna Bazzano,(Floridia,Siracusa, 31.01.69), leggi apposita pagina di questo blog.


domenica 19 gennaio 2014

"Er terno" di Cesare Pascarella



settantadue: morto ammazzato
Paride Pozzato, Il Banco del Lotto, 1920



ER TERNO

Ecco er fatto. Lo prese drent’al letto,
dove stava in campagna in un casino;
je sigillò la bocca còr cuscino,
e j’ammollò ‘na cortellata in petto.

Dunque, ferita all’undici; ce metto
uno, er giorno; quarantatré, assassino:
vado giù da Venanzio er botteghino
ar Popolo e ce butto un pavoletto.

A l’estrazione, sabeto passato,
ce viè l’ambo; ma invece de ferita
m’esce settantadue: morto ammazzato.

Ma guarda tante vorte er Pedreterno
come dà la fortuna ne la vita!
Si l’ammazzava ce pijavo er terno.

- Cesare Pascarella

Traduzione:

Ecco il fatto. Lo prese ch'era a letto,
in campagna in un casino;
gli tappò la bocca col cuscino
e gli sferrò una coltellata al petto.

Dunque, ferita fa undici; ci metto
uno, il giorno; quarantatre, assassino:
vado giù da Venazio il botteghino
al Popolo e ci punto un pavoletto.

All'estrazione, sabato passato
esce l'ambo; ma invece di ferita
esce settantadue, morto ammazzato.

Ma tu guarda a volte il Padreterno
come dà la fortuna nella vita!
Se l'ammazzava ci prendevo il terno!

Trad. Rosanna Bazzano


A volte ad ammazzarli ci si guadagna…





Cesare Pascarella (Roma, 28 aprile 1858 – Roma, 8 maggio 1940) è stato un poeta e pittore italiano.













Paride Pozzato (Rovigo 1896 - …) fu pittore italiano. 
Non sono riuscita ad ottenere altri dati biografici ne il ritratto dell'artista.


sabato 18 gennaio 2014

"Regalare tutto…" racconto breve di Bruno Ferrero



ha pagato il prezzo più alto…



REGALARE TUTTO QUELLO CHE SI HA



"Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio.
Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. 

I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno degli oggetti esposti.
Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri.
“È per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?”.
Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: “Quanti soldi hai?”.
Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina.
“Bastano?”, disse con orgoglio. “Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c’è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi”.
L’uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l’astuccio.
“Prendilo” disse alla bambina. “Portalo con attenzione”.
La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo.
Un’ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò:
“Questa collana è stata comprata qui?”.
“Sì, signorina”.
“E quanto è costata?”.
“I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me”.
“Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo”.
Il gioielliere prese l’astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza.
“Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva”.

- Bruno Ferrero


Il sabato ultimamente lo dedico a cose da bambini e oggi ho voluto postare questo breve racconto che trovo interessante e educativo anche per gli adulti. 
Dà il massimo chi dà del suo, chi dà con gioia, chi dà anche quando non gli spetta, chi dà senza risparmiare, senza risparmiarsi…


Le storie di Bruno Ferrero mi hanno sempre affascinato, ne ho almeno 6 libri, sarà per questo che anche io talvolta mi esprimo con le parabole, a Napoli si direbbe "cu 'e paraustielle"…




Bruno Ferrero (...) è un sacerdote e scrittore italiano, appartenente ai salesiani.
Esperto di catechetica con una licenza in teologia, è stato direttore editoriale della casa editrice salesiana Elledici fino al 2009. Come scrittore tratta temi di natura etica e religiosa. È direttore deIl bollettino salesiano.

venerdì 17 gennaio 2014

"Vicino, lontano" di Emily Dikinson



non stimare lontano…
tramonto a Ermioni





Non stimare lontano quello che si può avere

anche se in mezzo si stende il tramonto -

né stimare vicino ciò che standoti a fianco

è più lontano del sole.


- Emily Dikinson 




Emily Elizabeth Dickinson (Amherst, 10 dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886) è stata una poetessa statunitense. È considerata tra i maggiori lirici del XIX secolo.









mercoledì 15 gennaio 2014

Un affettuoso saluto….



mentre cullo Nicole, l'ultima nipotina,
perché le bambine vanno cullate…






Sono senza pc e non posso fare molto dallo smart phon di mio marito quindi vi lascio solo un aforisma e un mio affettuoso saluto… 

L'amore è la più terribile, ma anche la più onesta delle passioni; è la sola che non possa occuparsi della propria felicità senza comprendervi la felicità di un altro.


ALPHONSE KARR, 
Aforismi sulle donne, sull’uomo e sull’amore

martedì 14 gennaio 2014

"Leggi questi sono i nomi delle cose che lasciasti…" di Maria do Rosario Pedreira



Leggi, sono questi i nomi delle cose che lasciasti
John Singer Sargent, Man reading, 1910 



Leggi, sono questi i nomi delle cose...

Leggi, sono questi i nomi delle cose che
lasciasti – me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una metà e dolori il doppio, baci per tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco:

libri, risa che non riesco a mettere in ordine,
e rabbia – un vaso di orchidee che
amavi tanto senza che io sapessi perché e
che forse per questo non tornai ad innaffiare; e
libri, il letto disfatto per tanti giorni,

una lettera sul tuo cuscino e tanta
afflizione, tanta solitudine; e in un cassetto
due biglietti per un film d'amore che
non hai visto con me, e altri libri, e anche
una camicia sbiadita con la quale dormo
di notte per stare più vicino a te; 

e, datutte le parti, libri, tanti libri, tante
parole che mai mi hai detto prima della
lettera che scrivesti quella mattina, e io,
io che ancora credo che tornerai, che
ritorni, sia pure solo per i tuoi libri

- Maria do Rosario Pedreira, da "Nessun nome dopo", Gótica, Lisbona, 2004

Traduzione di Mirella Abriani

C'è tanta tenerezza, tanta femminilità, in queste parole della poetessa portoghese, la speranza di un ritorno, seppure non per amore! Sembra il testo di una lettera ma sono parole dette a mezza voce, a se stessa, parole lasciate galleggiare a mezz'aria, sospese quasi a immaginare che il vento se ne faccia latore. 
Parole che non invia, forse perché il suo sentimento è noto al mittente, forse perché troppe volte lo deve aver già fatto in passato ed arriva il momento di voler sapere la verità: se chi si teneva per mano ci accompagnava o si lasciava trascinare; e allora la Pedreira ci dice come il silenzio non è "non amare" ma dignità, perché l'amore non si elemosina.


ATTENZIONE
Per qualche giorno non avrò il mio pc, cercherò di programmare quando posso i post, mi sarà però più difficile girarli su fb perché anche lo smart phone è in assistenza. Confido che continuiate a leggermi.


Maria Do Rosario Pedreira (Lisbona 1959) è editor e scrittrice portoghese. 













John Singer Sargent (Firenze, 12 gennaio 1856 – Londra, 17 aprile 1925) è stato un pittore statunitense.

lunedì 13 gennaio 2014

"Candle in the wind" di Bernie Taupin


come una candela nel vento…



Candle in the wind
(versione del 1997 in onore di Lady Diana Spencer)


Addio rosa d'Inghilterra
Che tu possa crescere sempre nei nostri cuori
Eri la grazia che si poneva
dove le vite erano straziate
Tu esortavi il nostro Paese
e sussurravi ai sofferenti
Ora appartieni al cielo
e le stelle sillabano il tuo nome

E mi sembra che tu abbia vissuto la tua vita
come una candela al vento
che non si è mai spenta nel tramonto
quando cominciava a piovere

E i tuoi passi si poseranno sempre qui
sulle colline più verdi di Inghilterra
la tua candela si è consumata molto prima
di quanto farà mai la tua leggenda

L’amorevolezza che abbiamo perso
questi giorni vuoti senza il tuo sorriso
questa torcia che noi porteremo sempre
per la persona della nostra nazione più amata e onorata

E sebbene ci proviamo
la verità ci porta a piangere
Tutte le nostre parole non possono esprimere
la gioia che ci hai portato in questi anni

E mi sembra che tu abbia vissuto la tua vita
come una candela al vento
che non si è mai spenta nel tramonto
quando cominciava a piovere

E i tuoi passi si poseranno sempre qui
sulle colline più verdi di Inghilterra
La tua candela si è consumata molto prima
di quanto farà mai la tua leggenda

Addio rosa d'Inghilterra
Che tu possa crescere sempre nei nostri cuori.
Eri la grazia che si poneva
dove le vite erano straziate

Addio, rosa d'Inghilterra
Da un Paese perduto senza la tua anima
A cui mancheranno le ali della tua compassione
Più di quanto tu possa mai immaginare.

E mi sembra che tu abbia vissuto la tua vita
Come una candela al vento
Che non si è mai spenta nel tramonto
quando cominciava a piovere

E i tuoi passi si poseranno sempre qui
sulle colline più verdi di Inghilterra
la tua candela si è consumata molto prima
di quanto farà mai la tua leggenda


Traduzione di Ermanno Tassi



Candle in the wind 
(versione del 1997 in onore di Lady Diana Spencer)

Goodbye England's rose
May you ever grow in our hearts
You were the grace that placed itself
Where lives were torn apart
You called out to our country
And you whispered to those in pain
Now you belong to heaven
And the stars spell out your name

And it seems to me you lived your life
Like a candle in the wind
Never fading with the sunset
When the rain set in

And your footsteps will always fall here
Along England's greenest hills
Your candle's burned out long before
Your legend ever will

Loveliness we've lost
These empty days without your smile
This torch we'll always carry
For our nation's golden child (*)

And even though we try
The truth brings us to tears
All our words cannot express
The joy you brought us through the years

And it seems to me you lived your life
Like a candle in the wind
Never fading with the sunset
When the rain set in

And your footsteps will always fall here
Along England's greenest hills
Your candle's burned our long before
Your legend ever will

Goodbye England's rose
May you ever grow in our hearts
You were the grace that placed itself
Where lives were torn apart

Goodbye England's rose
From a country lost without your soul
Who'll miss the wings of your compassion
More than you'll ever know

And it seems to me you lived your life
Like a candle in the wind
Never fading with the sunset
When the rain set in

And you footsteps will always fall here
Along England's greenest hills
Your candle's burned out long before
Your legend ever will

- Bernie Taupin


Candle in the Wind è un brano pop rock, con musica di Elton John e testo di Bernie Taupin. Fu scritta nel 1973 prendendo come spunto Marilyn Monroe per descrivere l'eventualità della morte prematura all'apice di una carriera artistica, ma il successo maggiore si è avuto con il riadattamento per Lady Diana Spencer, nel 1997, che la trasformò nel singolo più venduto di tutti i tempi.

Questa canzone non smette mai di emozionarmi perché ad essa lego la storia di una donna come Diana, una principessa che ha rinunciato al trono perché nessun trono vale la gioia di essere amate.

Siamo tutte Diana  quando chiediamo solo di essere regine nel cuore dell'uomo che amiamo… 
tutte candele nel vento quando desideriamo disperatamente di essere felici…


Bernard John "Bernie" Taupin (Sleaford, 22 maggio 1950) è un poeta, paroliere e musicista britannico noto soprattutto per la sua lunghissima collaborazione con Sir Elton John, con il quale forma una delle coppie compositive più note e prolifiche nella storia della musica moderna.









Sir Elton Hercules John, nato Reginald Kenneth Dwight (Pinner, 25 marzo 1947), è un cantautore, compositore e musicista britannico.
È uno dei più grandi e celebrati artisti del rock contemporaneo
Nel corso della sua ormai quarantennale carriera ha venduto ufficialmente oltre 400 milioni di dischi[, che ne fanno uno dei cantautori di maggior successo di sempre.








Diana Spencer, conosciuta anche come Lady D (in Italia) e come Lady Di (in Inghilterra) (Sandringham, 1º luglio 1961 – Parigi, 31 agosto 1997), fu dal 1981 al 1996 consorte di Carlo, principe di Galles, erede al trono del Regno Unito. Dopo il divorzio dal coniuge mantenne il titolo di "Principessa di Galles", ma senza il trattamento di "Altezza Reale", rimanendo però membro ufficiale della famiglia reale, in quanto madre del futuro erede al trono, fatto verificatosi per la prima volta nella storia della famiglia reale britannica.