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sabato 29 marzo 2014

"Poesia delle stagioni" di Roberto Piumini


Giuseppe Arcimboldo, Le quattro stagioni





Poesia delle stagioni


Prima viene la primavera con i fiori sulla pianta,

poi l'estate calda e chiara quando la cicala canta,

poi l'autunno bruno e quieto con castagne e foglie rosse,

poi l'inverno infreddolito con starnuti, gelo e tosse.




- Roberto Piumini




Roberto Piumini (Edolo, 14 marzo 1947) è uno scrittore italiano http://www.robertopiumini.it









Giuseppe Arcimboldo o Arcimboldi, come è nominato in diversi documenti d'archivio (Milano, 5 aprile 1526 – Milano, 11 luglio 1593) è stato un pittore italiano, noto soprattutto per le sue grottesche "Teste Composte", ritratti burleschi eseguiti combinando tra loro, in una sorta di Trompe-l'œil, oggetti o elementi dello stesso genere (prodotti ortofrutticoli, pesci, uccelli, libri, ecc) collegati metaforicamente al soggetto rappresentato, in modo da desublimare il ritratto stesso.






giovedì 27 marzo 2014

"Credo che sia giunto il momento…" di Katherine Mansfield


accompagnami per dieci anni: vuoi, caro?
Pierre Auguste renoir, Picking flowers, 1875


Credo che sia giunto il momento, che sia seriamente giunto il momento di corteggiarci un poco.
Abbiamo mai avuto il tempo di fermarci sotto gli alberi per dirci del nostro amore? 
O di sederci vicino al mare o di creare zone fragranti l'uno per l'altra?
Conosci quel particolare, squisito profuno della rosa tea?
Sai come si aprono i boccioli, così diversamente dalle altre rose, e di che rosso acceso sono le spine e quasi color porpora le foglie?

Accompagnami per dieci anni: vuoi, caro?
Dieci anni nel sole. Non è molto, appena dieci primavere.

- Katherine Mansfield, dalle lettere a John Middleton Murry




Katherine Mansfield (nome di battesimo Kathleen Mansfield Beauchamp) (Wellington, 14 ottobre 1888 – Fontainebleau, 9 gennaio 1923) è stata una scrittrice neozelandese.














Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919) è stato un pittore francese, tra i massimi esponenti dell'Impressionismo.










mercoledì 26 marzo 2014

"Io non ti amo!" di Caroline Elizabeth Sarah Norton



mi vedono guardare la dove sei tu…
Vittorio Corcos, Sogni




Io non ti amo!

Io non ti amo! No! Io non ti amo!
E tuttavia quando sei assente io sono triste;
e invidio anche il cielo blu sopra di te
le cui stelle quiete possono godere la tua vista.

Io non ti amo! Eppure, non so come,
ogni cosa che fai mi sembra sempre ben fatta;
e spesso nella mia solitudine rimpiango
che tutti quelli che amo non siano come te!

Io non ti amo! Eppure quando te ne vai
odio il suono (benchè chi mi parla mi sia caro)
che spezza l'eco prolungata
che la musica della tua voce lascia nel mio orecchio.

Io non ti amo! Eppure i tuoi occhi parlano,
con il loro profondo, vivido, eloquente azzurro,
e fanno sorgere il paradiso tra me e la mezzanotte,
più spesso di tutti gli occhi che abbia mai conosciuto.

So di non amarti! Eppure ahimè
gli altri non mi credono quando lo dico;
e spesso li sorprendo a sorridere mentre passano
poichè mi vedono guardare là dove sei tu.

- Caroline Elizabeth Sarah Norton




Caroline Elizabeth Sarah Sheridan Norton (Londra, 1808 – 1877) è stata una scrittrice britannica.












Vittorio Matteo Corcos (Livorno, 4 ottobre 1859 – Firenze, 8 novembre 1933) è stato un pittore italiano, conosciuto in particolare per i propri realistici ritratti.

domenica 23 marzo 2014

"Nun me ne mporta cchiù…" di Rosanna Bazzano da Anna Achmatova


nun me ne mporta cchiù d' 'o core tuoio
Francine Van Hove, Allo specchio





Nun me ne mporta cchiù d’ ’o core tuoio 

Nun me ne mporta cchiù d’ ’o core tuoio
sta just’ ’o posto addó  mo avess’ ’a stà
e sta’ sicuro ca pe gelusia
nu’ scrivarraggio certo a chella lla...

Ma siente bbuono stu cunziglio mio
dall’ ’e ritratte ca tiene astipate
e  falle sentì tutt’ ’e vierze mieie
ca so’ accussì gentile ’e nnammurate!

Penzà ca finalmente hanno vinciuto
vale cchiù assaie pe chesti scemulelle
ca sentì sti parole aggrazziate
e guardarce abbracciat’ ê juorne belle.


Ma quanno nzieme a sta nnammuratella
te si’ pigliate chellu ppoco ’e bbene
e a ’o core ca è già sazzio, puveriello,
tutte sti ciance pararranno pene...

nun t’accustà  a chesta notte ’e gloria,
ca nun te saccio cchiù, ’ a verità.
E comme te putesse dà sullievo?

Io nun me sano d’ ’a felicità.


Rosanna Bazzano, 2014


Non è il tuo amore che domando

Non è il tuo amore che domando.
Si trova adesso in un luogo conveniente.
Stanne pur certo, lettere gelose
non scriverò alla tua fidanzata.

Però accetta dei saggi consigli:
dalle da leggere i mie versi,
dalle da custodire i miei ritratti,
sono così cortesi i fidanzati!

E conta più per queste scioccherelle
assaporare a fondo una vittoria
che luminose parole di amicizia,
e il ricordo dei primi, dolci giorni...

Ma allorché con la diletta amica
avrai vissuto spiccioli di gioia
e all'anima già sazia d'improvviso
tutto parrà un peso,

non accostarti alla mia notte trionfale.
Non ti conosco.
E in cosa potrei esserti d'aiuto?
Dalla felicità io non guarisco.

Anna Achmatova, 1914  

(Traduzione dal russo di Michele Colucci)

Questo sarà il mio intervento stamattina al La Feltrinelli di Caserta… 


Rosanna Bazzano: (Floridia (SR) 1969) poetessa e scrittrice italiana, vedi pagina "Biografia" di questo blog.






Anna Andreevna Achmatova pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soj Fontan, 11 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966) è stata una poetessa russa; non amava l'appellativo di poetessa, perciò preferiva farsi definire poeta, al maschile.











Francine Van hove , nata nel 1942 a Parigi, è una pittrice contemporanea francese. Caratteristica particolare della sua pittura è quella di rappresentare con dolcezza e realismo figure femminili, immerse nella scena del quotidiano.

venerdì 21 marzo 2014

"Opzioni per un poeta" di Hans Magnus Enzensberger


con parole diverse dire la stessa cosa






Opzioni per un poeta


Con parole diverse
dire la stessa cosa,
sempre la stessa.
Sempre con le stesse parole
dire una cosa del tutto diversa
o la stessa in modo diverso.
Molte cose non dirle,
o dire molto
con parole che non dicono niente.
Oppure tacere in modo eloquente.

Hans Magnus Enzensberger



Auguri alla poesia e ai poeti!




Hans Magnus Enzensberger (Kaufbeuren11 novembre 1929) è uno scrittorepoetatraduttore ed editore tedesco. Ha scritto anche sotto lo pseudonimo di Andreas Thalmayr e Linda Quilt. Vive a Monaco.


« Sai cosa dice Hans Magnus Enzensberger? Sono d'accordo con lui! »
(Caro diario di Nanni Moretti)


giovedì 20 marzo 2014

"Senza parole" di Sibilla Aleramo


anima spodestata sono
Gustav Klimt, Danae



Senza parole

Senza parole
senza parole in petto,
anima spodestata sono,
nessuna antenna per richiamarti,
solo questo mio silenzio,
groviglio in cui ardo, -
qualche lacrima rada
mi si posa come vento sulle ciglia,
tu non la senti
e l'incendio più avvampa
silenzioso -
anima spodestata sono,
nessuna antenna per richiamarti,
nessuna parola.

- Sibilla Aleramo




Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio (Alessandria, 14 agosto 1876 – Roma, 13 gennaio 1960), è stata una scrittrice e poetessa italiana.











Gustav Klimt (Vienna, 14 luglio 1862 – Neubau, 6 febbraio 1918) è stato un pittore austriaco, uno dei massimi esponenti dell'Art Nouveau (stile Liberty, in Italia), protagonista della secessione viennese.

martedì 18 marzo 2014

"L'amore trasparente" di Ivano Fossati



ma sono pazzo del mondo e sono pazzo di te
Ivano Fossati, L'amore trasparente





Non pretendo più di aver ragione
se parlo di vestiti e di carezze
le braccia lungo i fianchi farò cadere
pregare no che non vorrei pregare
pregare no che non vorrei pregare.

Non vergognarsi della propria malinconia
è un compito penoso anzi uno strazio.
L'amore trasparente non so cosa sia
mi sei apparsa in sogno e non mi hai detto niente
mi sei apparsa in sogno e non hai fatto un passo.

Nemmeno un gesto, nemmeno… lasciamo andare
meglio di chi improvvisa a malincuore
meglio di chi improvvisa senza amare.

Sarà la vita che monta e poi riscende
tutto questo splendore trasparente
luce elettrica che dopo il buio sempre si accende
se abbiamo assolto tutti i sentimenti
dimenticato tutti i fuochi spenti.

Ma sono pazzo del mondo e sono pazzo di te
e sono pazzo del mondo questo è odio e amore
sono pazzo del mondo questo è odio e amore
anche per te. 


Sarà il destino che splende e poi riscende
tutto questo rumore che si sente
acqua libera che sempre si spande.

L'amore trasparente non so cosa sia
mi sei apparsa in sogno e non mi hai detto niente
ti ho dormito accanto e mi hai lasciato andare
sarà anche il gioco della vita ma che dolore
sarà anche il gioco della vita ma che dolore





L'amore non muore mai di morte naturale. Muore per abbandono, per cecità, per indifferenza, per averlo dato per scontato, per inanità, per non essere stato coltivato. Le omissioni sono più letali degli errori consumati. Anais Nin






Ivano Alberto Fossati (Genova, 21 settembre 1951) è un polistrumentista, cantautore e compositore italiano.



Non chiedetevi se Fossati sia tra i miei cantautori preferiti… è superfluo…




domenica 16 marzo 2014

" 'A bionda avvelenata " di Pupella Maggio



'a sigaretta me fa male 'o ssacio
ma c'aggia fa, si sulo a essa io tengo!
Getty Images, Marlene Dietrich



'A bionda avvelenata


'A sigaretta "mme fa male 'o "ssaccio

ma c'aggia fa, si sulo 'a essa tengo !

'Ll'appiccio 'a stuto 'a jetto pò 'a scamazzo

e dico: "sarraje 'll'urdema ca fummo".

Ma pò me vene 'na malincunia

io tengo tutto e dico: " che me manca" !?

Salute, quacche sordo grazie a Dio,

ma allora che me manca, che me manca ...




E' essa 'a bionda, 'a bionda ... avvelenata

e corro e 'a cerco, e 'appiccio 'n'ata vota

e n'ata vota è essa c'ha vinciuto

è sempe 'a stessa, comme 'a gire e avuote

comme "ll'avuote e 'a gire è sempe 'a stessa

fummo che passa e cennere che resta.


- Pupella Maggio


traduzione

La sigaretta mi fa male, lo so
ma cosa posso farci se ho soltanto lei?
L'accendo, la spengo, la butto poi la schiaccio
e le dico "sarai l'ultima che fumo!"
Ma poi mi viene la malinconia
e pur avendo tutto mi chiedo "Che mi manca?!"
Salute, qualche soldo grazie a Dio,
ma allora che mi manca, che mi manca…

È lei, la bionda, la bionda… avvelenata
e corro a cercarla, e l'accendo di nuovo
ed è di nuovo lei che ha vinto
è sempre la stessa come la giri e la volti,
come la volti e la giri è sempre la stessa
fumo che passa e cenere che resta…

traduzione di Rosanna Bazzano





Pupella Maggio, nome d'arte di Giustina Maggio (Napoli, 24 aprile 1910 – Roma, 8 dicembre 1999), è stata un'attrice teatrale e attrice cinematografica italiana.

« A due anni mi portarono in scena dentro uno scatolone legata proprio come una bambola perché non scivolassi fuori. E così il mio destino fu segnato. Da "Pupatella" attraverso la poupée francese, divenni per tutti "Pupella" nel teatro e nella vita »
(Pupella Maggio, Poca luce in tanto spazio)

venerdì 14 marzo 2014

"Cose lontane e vicine" di Beppe Salvia



m' innamoro di cose lontane e vicine
Fiedrich Caspar David, Viandante su un mare di nebbia



Cose lontane e vicine

M'innamoro di cose lontane e vicine,
lavoro e sono rispettato, infine
anch'io ho trovato un leggero confine,
a questo mondo che non si può fuggire.
Forse scopriranno una nuova legge
universale, e altre cose e uomini
impareremo ad amare. Ma io ho nostalgia
delle cose impossibili, voglio tornare
indietro. Domani mi licenzio, e bevo
e vedo chimere e sento scomparire
lontane cose e vicine.

- Beppe Salvia, da Cuore, cieli celesti





Beppe Salvia (Potenza, 10 ottobre 1954 – Roma, 6 aprile 1985) è stato un poeta italiano.uore suicidandosi, a Roma, il 6 aprile 1985.

« Beppe Salvia è morto a Roma, a trent'anni, gettandosi dalla finestra di casa sua sabato 6 aprile, a via del Fontanile Arenato. Ho sempre avuto l'impressione che abitasse in quella via perché il nome gli piaceva. Un nome liricamente simbolico. »(inizio dell'articolo Morte d'un giovane poeta di Marco Lodoli, «Paese Sera», 18 aprile 1985)








Caspar David Friedrich (Greifswald, 5 settembre 1774 – Dresda, 7 maggio 1840) è stato un pittore tedesco, esponente dell'arte romantica.
L'artista, uno dei più importanti rappresentanti del "paesaggio simbolico", basava la sua pittura su un'attenta osservazione dei paesaggi della Germania e soprattutto dei loro effetti di luce; permeandoli di umori romantici. Egli considerava il paesaggio naturale come opera divina e le sue raffigurazioni ritraevano sempre momenti particolari come l'alba, il tramonto o frangenti di una tempesta.

martedì 11 marzo 2014

"Che cos'è l'inferno" di Ahmed Al-Shahawi



Che cos'è l'inferno?
Caspar David Friedrich, Monaco in riva al mare




Che cos’è l’inferno?


Che cos’è l’inferno? - chiesi.

Amare
Senza eco,

Chiedere
Senza una risposta,

Scrivere
Senza avere lettori,

Dormire
Senza che nessuno riempia i tuoi sogni,

Fare voti
Senza che ci siano dei,

Avere una chiave
E non avere casa,

Aprire la mano
E non trovare una donna che la legga.


- Ahmed Al-Shahawi


Dal blog "Il canto delle sirene": 
E dunque, leggendo questi versi del poeta egiziano Ahmed Al-Shahawi, che cos’è l’inferno? 
È il vuoto, è l’assenza, è l’aridità dei sentimenti, è la mancanza di qualcosa che inibisce i nostri sogni e i nostri desideri, è il nulla in risposta alle nostre domande. 








Ahmed al-Shahawi (Damietta 1960) è uno dei poeti più importanti dell'Egitto di oggi. Era nato nella città di Damiette sul Mediterraneo, dove ha trascorso i primi cinque anni della sua vita prima di trasferirsi ad al-Mayasera, 40 km nell'entroterra nel delta del Nilo. Dopo aver terminato la scuola secondaria tornò a Damiette per studiare matematica, ma dopo un anno scambiato questo per Sohag, circa 500 chilometri a sud del Cairo, dove si è laureato in giornalismo nel 1983.










Caspar David Friedrich (Greifswald, 5 settembre 1774 – Dresda, 7 maggio 1840) è stato un pittore tedesco, esponente dell'arte romantica.
L'artista, uno dei più importanti rappresentanti del "paesaggio simbolico", basava la sua pittura su un'attenta osservazione dei paesaggi della Germania e soprattutto dei loro effetti di luce; permeandoli di umori romantici. Egli considerava il paesaggio naturale come opera divina e le sue raffigurazioni ritraevano sempre momenti particolari come l'alba, il tramonto o frangenti di una tempesta.
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domenica 9 marzo 2014

"Lettere d'amore" di Ferdinando Russo



Gentile signorina
Eugen Von Blaas, Lettera d'amore



Lettere d’amore


Gentile Signorina,
dall’istande
che vi viddi al balcone dirimpetto,
il mio quore esuldande nel mio petto
ve lo confesso che mi rese amande.
Le vostre luce che sono brillande
anno fatto al mio quore un talo effetto
che passo e spasso per sotto al Distretto
per chi sa di uno sguardo ingoraggiande...
Io sto sopra a uno studio di Commercio
e percepisco ottanta lire al mese
e porto pure i conti da Del Guercio.
Questa sera alle sette passerò
sperando in voi così gendil cortese
mentre mi vergo:
Armando Zilicò.
  

 
(risposta)

 
Greggio signore,
il vostro bigliettino,
scusate come scrivo, là portato
il guardaporto e quello è capitato
che si trovava mio fratello Iggino!
Per ventinove e Trento non ge stato
un buttiferio incasa e un Inquilino
che sta a porta e si mette De Martino
vi dirò pure che se n’ è addonato.
Perciò vipreco quanto lo farete
un aldra volta, andare Cautelato
se no per niente mi compromettete!
Non giò difficoltà di amoreggiare
ma mi firmo enne enne punteggiato.
Posto Scritto: Salite nelle Grare.


- Ferdinando Russo



È grande la simpatia di questi scritti in cui il poeta ha inteso imitare l'uso sgrammaticato con cui spesso si usava l'italiano nell'evidente intento di apparire colti… 



Ferdinando Russo (Napoli, 25 novembre 1866 – Napoli, 30 gennaio 1927) è stato un poeta e autore di canzoni napoletane e in italiano.
(La bio di wikipedia, in questo caso, dice veramente nulla. Prometto di stilare una bio che renda meglio l'idea del grandissimo poeta che è stato  don Ferdinado.)








Eugenio De Blaas, noto anche come Eugene von Blaas o Eugene de Blaas (Albano Laziale, 24 luglio 1843 – Venezia, 1931), è stato un pittore italiano naturalizzato austriaco.

venerdì 7 marzo 2014

"Vieni come sei…" di Rabindronath Tagore


se la ghirlanda non è bene intrecciata che importa?
Emile Vernon, Sweet like a rose


Vieni con me

Vieni come sei, non indugiare
a farti bella.

Se le trecce dei capelli sono
sciolte, se la riga non è dritta,
se i nastri della veste sono
slacciati, non badarci.
Vieni come sei, non indugiare
a farti bella.
Vieni in fretta, sull'erba,
a passi veloci.
Se la rugiada scioglie la rossa
pittura dei tuoi piedi,
se i bracciali con le campanelle
s'allentano alle tue caviglie,
se cadono le perle della tua
collana non badarci.
Vieni in fretta, sull'erba,
a passi veloci!
Non vedi quante nuvole
oscurano il cielo! Stormi di gru
si levano in volo dall'altra
riva del fiume
e raffiche improvvise di vento
passano veloci sulla brughiera.
Il gregge impaurito corre verso
gli ovili del villaggio.
Non vedi quante nuvole
oscurano il cielo?
Invano accendi la lampada della tua toilette,
il vento la sbatte e la spegne.
Chi potrebbe dire che le tue
palpebre non sono tinte
di ombretto nero?
I tuoi occhi sono più oscuri
delle nuvole minacciose.
Invano accendi la lampada
della tua toilette per prepararti.

Vieni come sei, non indugiare
a farti bella.
Se la ghirlanda non è bene
intrecciata, che importa? 

- Robindronath Tagore 
  (traduzione di P. Marino Rigon)






Rabindronath Tagore, chiamato talvolta anche con il titolo di Gurudev, è il nome anglicizzato di Rabíndranáth Thákhur (রবীন্দ্রনাথ ঠাকুর, रवीन्द्रनाथ ठाकुर;IPA: [ɾobin̪d̪ɾonat̪ʰ ʈʰakuɾ]) (Calcutta, 6 maggio 1861 – Santiniketan, 7 agosto 1941), è stato un poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo indiano.








Émile Vernon, nato nel 1872 , morto nel 1919 è un pittore francese .
(non sono riuscita a trovare un immagine del Vernon, chi ne trovasse è pregato di inviarmela)




mercoledì 5 marzo 2014

"Oggi la neve" di Marina Cvetaeva



oggi la neve si è disciolta
Claude Monet, Disgelo sulla Senna




Oggi la neve s’è disciolta, oggi.
Sono rimasta a lungo alla finestra.
L’occhio è tornato alla realtà; più libero,
rasserenato nuovamente è il petto.
Il perché non lo so. Può darsi che
l’anima sia semplicemente stanca,
e in qualche modo non ho avuto voglia
di metter mano a un lapis irrequieto.
Così sono rimasta — nella nebbia —
lontana sia dal bene che dal male,
tamburellando calma con le dita
sul vetro, che ne tintinnava appena.
non fa nessuna differenza, l’anima,
su ciò che incontra per la prima volta:
sia una pozzanghera di madreperla,
dove s’è arrovesciato il firmamento,
o un uccello che sfreccia su nell’aria,
o un cane che, semplicemente, corre:
perfino il canto d’una mendicante
non m’ha portato mai fino alle lacrime.
L’arte gentile del dimenticare
l’anima mia l’aveva già imparata.
Oggi non so che immensa sensazione
mi si è sciolta nell’anima.

- Marina Cvetaeva


Avviene che in un mattino qualunque ci si possa sentire così in sintonia con la natura, che il disgelo lo si avverta anche nell'anima… e si spera la primavera possa durare magari per sempre…




Marina Ivanovna Cvetaeva, o Svetaeva, in russo: Мари́на Ива́новна Цвета́ева, pronunciato Zvetàieva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941), è stata una poetessa e scrittrice russa.
Nata a Mosca, fu una delle voci più originali della poesia russa del XX secolo e l'esponente più di spicco del locale movimento simbolista; il suo lavoro non fu ben visto dal regime staliniano, anche per via di opere scritte negli anni venti che glorificavano la lotta anticomunista dell'"armata bianca", in cui il marito Sergej Jakovlevič Efron militava come ufficiale; quest'ultimo, insieme al figlio e alla stessa Cvetaeva lasciarono Parigi per Mosca nel 1939, per poi venire arrestati e sparire. La poetessa rimasta sola, smarrita, una domenica d'estate del 1941 s'impicca nella camera che ha affittato nella casetta di due pensionati. La riabilitazione della sua opera letteraria avvenne solo a partire dagli anni sessanta, vent'anni dopo la sua morte.

La poesia della Cvetaeva unisce l'eccentricità a un rigoroso uso della lingua, non priva di metafore paradossali. Se durante la prima fase creativa, Cvetaeva risentì dell'influenza di Majakovskij e del suo vigore poetico, in seguito se ne distaccò grazie alla sua cultura basata sui romantici tedeschi, e quindi si accostò maggiormente sia a Pasternak sia all'animo poetico di Puskin.

Tra i suoi temi rientrano l'emotività e la sessualità femminili.




Claude Oscar Monet (Parigi, 14 novembre 1840 – Giverny, 6 dicembre 1926) è stato un pittore francese, padre dell'Impressionismo, il suo "Impression soleil levant"  viene considerato il "manifesto" dell'impressionismo.



martedì 4 marzo 2014

"Quando siamo all'osteria" da I Carmina Burana



beve la madre, beve la zitella
Wilhelm Marstrand - Osteria romana - 1847




Quando siamo all'osteria

di questa terra non c'importa più,
ma giochiamo in allegria 
e non la smettiamo più.
Quel che si fa in un' osteria
dove il denaro in vino si butta via
è giusto che voi sappiate
dunque ciò che vi dirò ascoltate.

C'è chi gioca,  c'è chi beve,
c'è chi malamente vive.
Chi nel gioco si accanisce
tutto nudo poi finisce.
Ma c'è pur chi si riveste
e chi di sacchi si fa una veste.
Qui nessuno teme la morte
ma per il vino si gioca la sorte.

Prima un brindisi per la vincita al gioco,
i viziosi iniziano così,
poi per i prigionieri e per i vivi bevono ancora un poco,
poi per tutti i cristiani e per chi non è più qui,
la sesta bevuta per le suore vanitose,
la settima per i cavalieri di lande selvose.

L'ottava per i frati perversi,
la nona per i monaci dispersi,
la decima per tutti i naviganti,
l'undicesima per tutti i litiganti,
la dodicesima per ogni penitente,
la tredicesima per chi è itinerante,
sia per il papa che per il re di questo regno
bevono tutti senza ritegno.

Beve la dama e beve il signore,
beve il cavaliere e il monsignore,
beve questo e beve quella,
beve il servo con l'ancella,
beve il vispo e beve lo stanco,
beve il nero e beve il bianco,
beve il deciso e l'incostante,
bevono il dotto e l'ignorante,

bevono il povero e l'ammalato,
bevono l'esule e lo sconosciuto,
beve il giovane, beve l'anziano,
bevono il vescovo e il decano, 
beve il fratello, beve la sorella,
beve la madre, beve la zitella,
beve questa, beve quello,
bevono cento, bevono mille.

Sei denari durano niente,
quando si beve senza misura,
benché sia serena la mente.
Il disprezzo è cosa sicura
verso di noi di tutta la gente
che nulla offre alla nostra arsura.
Chi ci denigra che sia castigato
e fra gli onesti non sia annoverato. 





I Carmina Burana costituiscono un corpus di testi poetici medievali, prevalentemente in latino, tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis 4550 o Codex Buranus, proveniente dal convento di Benediktbeuern e attualmente custodito nella Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera.

Il termine Carmina Burana è stato introdotto dallo studioso Johann Andreas Schmeller nel 1847 in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. Tale codice comprende 228 componimenti poetici su 112 fogli di pergamena decorati con 8 miniature. Sembra che tutte le liriche dovessero essere destinate al canto, ma gli amanuensi autori di questo manoscritto non riportarono la musica di tutti i canti poetici, cosicché si può ricostruire l'andamento melodico solo per 47 di essi. Il codice è suddiviso in sezioni:

Carmina moralia (CB:1-55), argomento satirico e morale;
Carmina veris et amoris (CB:56-186), argomento amoroso;
Carmina lusorum et potatorum (CB:187-226), canti bacchici e conviviali;
Carmina divina, argomento moralistico sacrale (CB: 227 e 228; questa parte fu probabilmente aggiunta all'inizio del secolo XIV).
I testi (tutti in latino medievale eccetto 47 scritti in alto tedesco) hanno argomento evidentemente molto diverso tra loro, e dimostrano la poliedricità della produzione goliardica. Se da un lato troviamo i ben noti inni bacchici, le canzoni d'amore ad alto contenuto erotico e le parodie blasfeme della liturgia, dall'altro emerge un moralistico rifiuto della ricchezza, e la sferzante condanna verso la curia romana, della quale molti membri erano ritenuti sempre e solo dediti alla ricerca del potere.




Wilhelm Nikolaj Marstrand (Copenaghen, 1810 – 1873) è stato uno scultore e pittore danese.

Allievo di Christoffer Wilhelm Eckersberg, visse a lungo (1836-1848) a Roma e poi divenne direttore dell'Accademia di Copenaghen (1853).

Diede il meglio di sé nelle rappresentazioni di commedie e drammi di Ludvig Holberg.