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sabato 9 giugno 2012

Do asilo dentro di me



Do asilo dentro di me

Ricordo bene il suo sguardo. 
Attraversa ancora la mia anima 
come una scia di fuoco nella notte. 
Ricordo bene il suo sguardo. 
Il resto… 
Sì, il resto è solo una parvenza di vita.
Ieri ho passeggiato per le strade 
come una qualsiasi persona. 
Ho guardato le vetrine spensieratamente 
e non ho incontrato amici con i quali parlare. 
D’improvviso mi sono sentito triste, mortalmente triste, 
così triste che mi è parso di non poter vivere un altro giorno ancora, 
e non perché potessi morire o uccidermi, 
ma solo perché sarebbe stato impossibile 
vivere il giorno dopo e questo è tutto.
Fumo, sogno, adagiato sulla poltrona. 
Mi duole vivere in una situazione di disagio. 
Debbono esserci isole verso il sud 
delle cose dove soffrire è qualcosa di più dolce, 
dove vivere costa meno al pensiero, 
e dove è possibile chiudere gli occhi 
e addormentarsi al sole 
e svegliarsi senza dover pensare a responsabilità sociali 
né al giorno del mese o della settimana che è oggi.
Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere, 
a un cuore eccessivamente spontaneo 
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale 
che accompagna col piede 
la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta, 
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.

- Fernando Pessoa




Fernando António Nogueira Pessoa  (Lisbona, 13 giugno 1888 – Lisbona, 30 novembre 1935) è stato un poeta, scrittore e aforista portoghese.

È considerato uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, e per il suo valore è comparato a Camões. Il critico letterario Harold Bloom lo definì, accanto a Pablo Neruda, il poeta più rappresentativo del XX secolo.

« Una delle mie preoccupazioni costanti è capire com'è che esista altra gente, com'è che esistano anime che non sono la mia anima, coscienze estranee alla mia coscienza; la quale, proprio perché è coscienza, mi sembra essere l'unica possibile. »
(Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares)

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