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domenica 9 marzo 2014

"Lettere d'amore" di Ferdinando Russo



Gentile signorina
Eugen Von Blaas, Lettera d'amore



Lettere d’amore


Gentile Signorina,
dall’istande
che vi viddi al balcone dirimpetto,
il mio quore esuldande nel mio petto
ve lo confesso che mi rese amande.
Le vostre luce che sono brillande
anno fatto al mio quore un talo effetto
che passo e spasso per sotto al Distretto
per chi sa di uno sguardo ingoraggiande...
Io sto sopra a uno studio di Commercio
e percepisco ottanta lire al mese
e porto pure i conti da Del Guercio.
Questa sera alle sette passerò
sperando in voi così gendil cortese
mentre mi vergo:
Armando Zilicò.
  

 
(risposta)

 
Greggio signore,
il vostro bigliettino,
scusate come scrivo, là portato
il guardaporto e quello è capitato
che si trovava mio fratello Iggino!
Per ventinove e Trento non ge stato
un buttiferio incasa e un Inquilino
che sta a porta e si mette De Martino
vi dirò pure che se n’ è addonato.
Perciò vipreco quanto lo farete
un aldra volta, andare Cautelato
se no per niente mi compromettete!
Non giò difficoltà di amoreggiare
ma mi firmo enne enne punteggiato.
Posto Scritto: Salite nelle Grare.


- Ferdinando Russo



È grande la simpatia di questi scritti in cui il poeta ha inteso imitare l'uso sgrammaticato con cui spesso si usava l'italiano nell'evidente intento di apparire colti… 



Ferdinando Russo (Napoli, 25 novembre 1866 – Napoli, 30 gennaio 1927) è stato un poeta e autore di canzoni napoletane e in italiano.
(La bio di wikipedia, in questo caso, dice veramente nulla. Prometto di stilare una bio che renda meglio l'idea del grandissimo poeta che è stato  don Ferdinado.)








Eugenio De Blaas, noto anche come Eugene von Blaas o Eugene de Blaas (Albano Laziale, 24 luglio 1843 – Venezia, 1931), è stato un pittore italiano naturalizzato austriaco.

3 commenti:

  1. questi messaggi, se pur sgrammaticati denotano quello che era la vita di un tempo.... i primi approcci, se pur nell'ignoranza, mettono in evidenza il corteggiamento che si usava un tempo... e in questi due messaggi si evince la timidezza degli uomini e la spregiudicatezza delle donne anche in tempi lontanissimi e poco tecnologici.
    Emanuela Rocca

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    1. Hai ragione, Emanuela, e dicamo che c'era più formalismo… l'uomo più che timido seguiva le regole del corteggiamento amoroso, modi gentili e profferte economiche (perché le donne, ovviamente non autosufficienti, miravano a fare un buon matrimonio) salvo poi magari educare le mogli con le mani pesanti alla bisogna… le donne del resto quando fiutavano un buon partito si facevano audaci, questione di sopravvivenza… che poi le donne siano più acute e spregiudicate al momento giusto è verissimo, meno male, un sorriso e un grazie, Rosanna Bazzano

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  2. ...Salite nelle grare....salite nelle scale

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