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giovedì 30 maggio 2013

"Io non vorrei crepare" di Boris Vian

le cose che contano: le rose eterne
Peder Severin Kroyer, Les roses, 1902


Io non vorrei crepare

Io non vorrei crepare
senza aver visto *almeno* i cani messicani neri
che senza sognare dormono a ciel sereno;
senza aver conosciuto ai tropici le voraci
scimmie divoratrici (le scimmie a culo nudo).
O anche i ragni argentati dai serici nidi felici
di spruzzi traforati.

No, non vorrei crepare ignorando se la presunta
monetina che spunta sotto la faccia della luna
stia a nascondere una seconda faccia a punta.
Se - dopo gran riflessioni - il sole e' freddo.
Se le famose quattro stagioni
son proprio quattro e non tre.
Senza aver passeggiato per il corso in vestaglia
guardando fissa la marmaglia dei guardoni.
Senza aver ficcato i miei *coglioni*
in ogni posto vietato.

Io non vorrei finire senza sapere la lebbra
(beh, si fa per dire)
o almeno la febbre dei sette mali che
più o meno certamente si acchiappano laggiù:
resterei indifferente al bene e al male
purché di tutta questa vasta delizia
l'assoluta primizia
fosse riservata a me.

E poi non basta, c'e' tutto ciò che conosco,
che ho imparato ad amare: il fondo verde bosco
del mare dove le alghe sottili gareggiano nel
disegnare onde di valzer sugli arenili.
E ancora la terra, che a giugno crepita e sbotta
di odori, e le conifere, e un semplice pugno d'erba...

... e i baci di quella! Si, insomma quella, signori.
Ursula.
Ursulotta. La più bella orsacchiotta
fra tutte le orse maggiori.
Quella per la quale proprio non vorrei crepare
senza averla avuta tutta. Goderla la bocca nella bocca,
i bei seni nelle mie mani, poi con gli occhi il resto e...
Basta! Questi son fatti miei. Si, taccio.

Morire? Non posso, come faccio? ( come si fa? )

Come vuoi crepare senza che ancora si siano inventate
le cose che contano: le rose eterne, le giornate di un'ora,
i monti marini e le spiagge, beh, le spiagge montagnose.

La cuccagna finiti tutti i tormenti, i quotidiani
splendenti di colori, i bambini contenti e tutti i trucchi
ancora dormenti dentro i crani stipati di ingegneri ingegnosi,
socialisti associati, urbanisti urbanizzati e pensatori pensosi

Io non vorrei finire senza sapere la lebbra
Dio, quante cose da fare,
da intendere e volere
da contare e aspettare,

Mentre la fine già avanza in notti sempre più nere.
Striscia, con la schifosa sembianza di un rospo.
Eccola, non c'e' pi scampo.
Gli occhi nei miei...

No, proprio no,
in non verrei crepare,
nossignori, nossignore,
non senza aver fatto conoscenza
del sapore tormentoso di cui sono geloso e goloso.
Il sapore pi delicato che si possa sentire.
Il più forte.

Io non vorrei crepare.
Senza aver gustato il gusto della morte.

- Boris Vian



Boris Vian (Ville-d'Avray, 10 marzo 1920 – Parigi, 23 giugno 1959) è stato uno scrittore, paroliere, drammaturgo, poeta, trombettista e traduttore francese.

È stato anche membro del Collège de Pataphysique nonché dirigente del reparto discografico jazzistico presso Philips.

Peder Severin Krøyer, o Krøyer (Brabrasa, 23 luglio 1851 – 21 novembre 1909), è stato un pittore impressionista norvegese naturalizzato danese.

Fu uno dei più amati artisti della confraternita dei Pittori di Skagen.


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