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domenica 7 aprile 2013

"Ingratitudine" di Prospera Paturnia

bello tenite 'o core 'e belle 'e mmane
Vladimir Volegov, Rose bianche


Ingratitudine

Bella signò, ch'avite dato tanto,
e poco o niente v'hanno ricambiato,
nun v'ffliggite cchiù, basta cu 'o chianto,
nun vale, 'stu suffrì, nu n'ammurato...

Bello tenite 'o core, dint''a mana,
e tutto avite dato ogne mumento...
si 'a fine po' v'hann''a chiammà puttana
ve cunveneva darla a pagamento...

- Prospera Paturnia, Rosanna Bazzano


Talvolta l'amore è proporzionalmente inverso, più si dà meno si riceve, chi è troppo amato può passare dallo stadio di corteggiatore devoto e orante, a quello in cui si convince che l'amore e la dedizione, che in un primo momento si erano duramente guadagnati, ora siano un tributo dovuto alla sua immensa persona,  e alla fine smette di amare l'altro per amare solo se stesso, talvolta tanto da non vedere più l'altro nella sua originaria bellezza e semplicità ma di giungere al disprezzo continuo, al continuo tentativo di macchiarne la purezza... 
La chiosa caustica della strofetta,  fortemente provocatoria, intende sottolineare solo che l'amore non bisogna donarlo a titolo gratuito, per la sua sacralità immensa, e  per l'enorme investimento di tempo e di energie che comporta,  merita almeno di essere ricambiato... 
Le donne sono più spesso quelle che cadono nella trappola del troppo amore... io ne conosco una meravigliosa a cui la dedico, a cui sono vicina nel suo malostare... 

Prospera Paturnia è un eteronimo di Rosanna Bazzano, un personaggio che ha una voce poetica tutta sua.
Prospera, popolana colta, è donna vissuta e arguta che guarda alla vita nella sua crudezza e dice pane al pane e vino al vino. A lei ci si rivolge per consiglio e lei sagacemente e con molta amara ironia dispensa in versi i suoi giudizi.
Se a primo acchito può sembrare fredda e distaccata in realtà è una donna che porta dignitosamente la ferita di un grande dolore che traspare nelle liriche intime come fondo di amarezza e disillusione.

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