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lunedì 23 settembre 2013

23 settembre 1985 - 23 settembre 2013 Per non dimenticare…


Oggi si commemora l'assassinio di Giancarlo Siani, non ho trovato poesie degne di questo nome per onorarrne la memoria quindi ho deciso di lasciare questa poesia su Peppino Impastato per l' evidente  parallelismo della vicenda umana. 
Un  accorato e doloroso applauso a chi non ha avuto paura di guardare il mostro in faccia…




Giancarlo Siani
Peppino Imastato














La matri di Pippinu


Chistu unn'è me figghiu.

Chisti un su li so manu 
chista unn'è la so facci. 
Sti quattro pizzudda di carni 
un li fici iu.
Me fighhiu era la vuci 
chi gridava 'nta chiazza 
eru lu rasolu ammulatu 
di lo so paroli 
era la rabbia 
era l'amuri 
chi vulia nasciri 
chi vulia crisciri.

Chistu era me figghiu 
quannu era vivu, 
quannu luttava cu tutti: 
mafiusi, fascisti, 
omini di panza 
ca un vannu mancu un suordu 
patri senza figghi 
lupi senza pietà.

Parru cu iddu vivu 
un sacciu parrari 
cu li morti. 
L'aspettu iornu e notti, 
ora si grapi la porta 
trasi, m'abbrazza, 
lu chiamu, è nna so stanza 
chi studìa, ora nesci, 
ora torna, la facci 
niura come la notti, 
ma si ridi è lu suli 
chi spunta pi la prima vota, 
lu suli picciriddu.

Chistu unn'è me figghiu. 

Stu tabbutu chinu 
di pizzudda di carni 
unn'è di Pippinu.
Cca dintra ci sunnu 
tutti li figghi 
chi un puottiru nasciri 
di n'autra Sicilia


- Umberto Santino, 1979

Traduzione:

La madre di Peppino
Questo non è mio figlio. 
Queste non sono le sue mani 
questo non è il suo volto. 
Questi brandelli di carne 
non li ho fatti io.

Mio figlio era la voce 
che gridava nella piazza 
era il rasoio affilato 
delle sue parole 
era la rabbia 
era l'amore 
che voleva nascere 
che voleva crescere.

Questo era mio figlio 
quand'era vivo, 
quando lottava contro tutti: 
mafiosi, fascisti, 
uomini di panza 
che non valgono neppure un soldo 
padri senza figli 
lupi senza pietà.

Parlo con lui vivo 
non so parlare 
con i morti. 
L'aspetto giorno e notte, 
ora si apre la porta 
entra, mi abbraccia, 
lo chiamo, è nella sua stanza 
a studiare, ora esce, 
ora torna, il viso 
buio come la notte, 
ma se ride è il sole 
che spunta per la prima volta, 
il sole bambino.

Questo non è mio figlio.

Questa bara piena 

di brandelli di carne 

non è di Peppino.

Qui dentro ci sono 
tutti i figli 
che non sono potuti nascere 
in un'altra Sicilia.


Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978), è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato il 9 maggio 1978.


Giancarlo Siani (Napoli, 19 settembre 1959 – Napoli, 23 settembre 1985) è stato un giornalista italiano, noto per le sue denunce contro le attività camorristiche a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato il 23 settembre 1985.



Umberto Santino ha fondato e dirige il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo. Da decenni é uno dei militanti democratici più impegnati contro la mafia ed i suoi complici. E’ uno dei massimi studiosi a livello internazionale di questioni concernenti i poteri criminali, i mercati illegali, i rapporti tra economia, politica e criminalità.








Un grazie all'amico Francesco Sabatino che mi ha segnalato questa vibrante poesia.

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